Riprende tra le polemiche l´esame del ddl sull´Università. Potrebbe slittare alla giornata di giovedì l´approvazione definitiva del Senato. Previste numerose manifestazioni di studenti a Roma
ROMA - Riprende tra le polemiche l'esame del ddl sull'università. Gli studenti lanciano un appello al Presidente della repubblica affinchè non firmi il ddl di riforma dell'Università. A rivolgersi a Napolitano sono gli studenti del collettivo "Sapienza in mobilitazione" in una lettera che, nel corso della giornata odierna di mobilitazione contro il ddl, consegneranno al capo dello Stato. «Se porrà la Sua firma alla legge Gelmini - spiegano gli Studenti - Lei sancirà la cancellazione del Diritto allo Studio, uno dei diritti fondamentali della Costituzione intesa come patto fondante della nostra società, che garantisce equità e democrazia».
Nella giornata di martedì intanto, bagarre al Senato durante le votazioni sul ddl università. La presidente di turno Rosi Mauro ha dovuto interrompere la seduta per raffreddare gli animi, avvampati da una polemica regolamentare sulla votazione di un emendamento. Al Senato scoppia il caos, al punto tale che inizialmente è difficile capire se alcuni emendamenti presentati dall'opposzione al ddl di riordino dell'universita' siano stati approvati o respinti. La bagarre si è accesa quando la presidente di turno Mauro ha cercato di accelerare l'esame e il voto sulle modifiche al testo presentate dall'opposizione.
Il tono delle voci nell'aula di Palazzo Madama è altissimo e l'esponente leghista fa votare a raffica, per alzata di mano, gli emendamenti. Anche Rosi Mauro alza la voce mentre le votazioni vanno avanti, forse troppo velocemente, a parere dell'opposizione, secondo la quale il ddl risulterebbe modificato a causa del sovrapporsi delle votazioni imposto dai ritmi della presidente Mauro. Il presidente del Senato ha quindi stabilito di far ripetere le votazioni contestate, decidendo di applicare il primo comma dell'articolo 118 del regolamento di Palazzo Madama che contempla la "rinnovazione" dei voti qualora si verifichino irregolarità.