Red
1 luglio 2003
Quale futuro per l´informazione on line?
Proprio mentre Internet si afferma come il più globale dei media, riaffiora prepotentemente la voglia di informazione locale. E´ stata appena pubblicata un´indagine che ha "fotografato" questo fenomeno
Il 2002, per Internet, è stato un anno difficile. Ma per chi si occupa di informazione, c´è stato un riscontro positivo: lo scorso anno, infatti, è stato l´anno del boom per l´informazione on line. Gli ultimi dati confermano infatti che anche in Italia l´abitudine di collegarsi a Internet per cercare l´informazione più fresca si sta affermando sempre più. Pian piano si sta imparando ad utilizzare il web come primo strumento di informazione: mentre altri media come la Tv e la radio hanno comunque orari predefiniti per la diffusione delle notizie, il web non ha problemi di palinsesto, e può offrire notizie in tempo reale. Ed è proprio mentre Internet si afferma come il più globale dei media, che riaffiora prepotentemente la voglia di informazione locale. E´ in questo contesto che, non senza rischi e difficoltà, si sta facendo strada il fenomeno dei quotidiani telematici locali, pronti a colmare questa lacuna.
Si tratta di prodotti editoriali che, anche se germogliati in luoghi diversi e sviluppando ognuno una propria identità, presentano delle caratteristiche comuni: vengono pubblicati esclusivamente on line, si occupano di informazione a livello locale (citta´, regioni, a volte circuiti interregionali) e spesso hanno l´aspetto di veri e propri portali tematici.
E´ stata appena pubblicata un´indagine che ha "fotografato" questo fenomeno: si tratta del primo rapporto sui quotidiani telematici locali in Italia, dal titolo "Quale futuro per l´informazione on line?". L´indagine, promossa dal Circolo della Stampa di Ancona in collaborazione con l´editore di una testata on line marchigiana (Fastmedia.it), ha censito circa 60 testate locali italiane che operano esclusivamente on line.
"Abbiamo provato a individuare le tendenze editoriali e gli obiettivi imprenditoriali comuni a queste realtà", spiega Luca Lorenzetti, curatore del rapporto, " e abbiamo cercato di cogliere i segnali che facciano prevedere quale sarà l´evoluzione del settore. Occorre capire verso quali modelli di business e di consumo si sta muovendo l´editoria on line: c´è ancora una grande incertezza che domina il settore, e il "tasso di mortalità" è ancora molto alto".
Secondo il rapporto sui quotidiani telematici locali in Italia, i portali di informazione locale sono presenti in quasi tutte le regioni italiane, rimangono scoperte solo la Valle D´Aosta e il Friuli Venezia Giulia.
La Toscana e la Lombardia sono le regioni in cui operano più testate (12%), seguite dalla Campania (10%) e dall´Emilia Romagna (8%). Vi sono anche raggruppamenti pluriregionali (10%), in particolare nel centro-nord.
Il 93% dei portali di informazione locale è aggiornato quotidianamente, salvo qualche eccezione durante il week-end. Questa variabile è con ogni probabilità da imputarsi al fatto che molte tra queste realtà editoriali nascono e operano all´interno di aziende informatiche o case editrici, pertanto le redazioni assimilano i ritmi e gli orari dell´azienda stessa.
La maggior parte delle testate, equivalente al 24% dei quotidiani osservati, produce in media dalle 6 alle 10 notizie al giorno. Il dato non è rilevante in sé e per sé, ma solo se messo in relazione con il numero dei componenti la redazione. Se si considera infatti che la maggior parte (24%) dei giornali osservati ha un organico composto di quattro persone, possiamo affermare che, in media, ogni redattore produce circa 2 articoli al giorno.
Si tratta quindi di un livello di produttività decisamente basso: è verosimile, pertanto, che i redattori svolgano la loro attività giornalistica part-time, oppure - circostanza forse più probabile - che si dividano tra le attività di redazione e altre mansioni aziendali. Possiamo quindi trarne una considerazione: sono pochissimi, a livello locale, gli editori che si possono permettere il lusso di assumere giornalisti che lavorano soltanto su Internet. Di conseguenza, è facile dedurre che il giornalista di un quotidiano telematico, in particolare se locale, lavora a stretto contatto con il proprio editore: l´imprenditore-editore è cioè il suo superiore diretto, al quale deve costantemente rendere conto del proprio lavoro.
La maggioranza (29%) ha dichiarato che i propri profitti sono basati sulla pubblicità (tramite banner principalmente), subito seguita dal 27% che combina insieme pubblicità e autofinanziamento, mentre il 17% afferma addirittura di sopravvivere di solo autofinanziamento.
Un ulteriore dato che emerge dal monitoraggio effettuato è che la stragrande maggioranza dei quotidiani locali on line (59%) nasce a cavallo tra il 2000 e il 2001.
La rilevanza del dato è tale da escludere che si tratti di una casualità. Impossibile piuttosto non ricollegare questo dato all´epoca del boom dell´internet gratis, avvenuto in Italia proprio a cavallo tra il ´99 e il 2000, che ha provocato nel nostro paese una crescita esponenziale dell´utenza Internet. Con ogni probabilità, questo continuo incremento in Italia ha portato editori e imprenditori a pensare che i tempi fossero maturi per tentare la via dell´informazione on line.
Un dato particolarmente significativo che emerge dall´indagine è che praticamente nessun quotidiano telematico ritiene che su Internet l´informazione possa bastare a se stessa: gli utenti di Internet cercano non solo l´informazione, ma anche i servizi. La gente usa la Rete come strumento per conoscere le previsioni del tempo, l´oroscopo del giorno, le ricette tipiche, gli orari dei treni, gli annunci di lavoro e altro ancora.
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