Red
15 dicembre 2010
Disabili, modifiche alle legge 162
La commissione Sanità approva la proposta di delibera di Giunta sulla modifica di alcuni criteri della legge 162/1998
CAGLIARI - La commissione Sanità, presieduta da Felice Contu (Udc), ha espresso parere favorevole, a maggioranza e con l’astensione dell’opposizione, sulla proposta di delibera di Giunta che modifica i criteri della legge 162/98 presentata dall’assessore regionale alla Sanità, Antonangelo Liori. È stato invece approvato unitariamente il decreto che prevede “un assegno di cura per il 2011 di 3000 euro per le famiglie al cui interno ci sia più di una persona con una grave disabilità”.
La proposta di delibera presentata dall’assessorato alla Sanità accoglie alcune delle richieste di modifica dei criteri della legge che norma i piani di finanziamento per le persone affette da handicap grave avanzate dal Consiglio regionale lo scorso 18 novembre. «Molte delle proposte di modifica – ha dichiarato Liori – presentate dal Consiglio sono state accolte perché ritenute valide». L’assessore ha quindi precisato che il requisito richiesto per presentare il finanziamento dei piani personalizzati resterà quello del riconoscimento dello stato di handicap grave – secondo quanto stabilito dalla legge 104/ 1992 art. 3 comma 3 - fino a quando un’apposita commissione non ne dichiari la decadenza. È eliminato, pertanto, il criterio per cui la revisione comporterebbe un’automatica decadenza dell’accesso al finanziamento.
«È stato inoltre accolta la richiesta di dare maggiore attenzione alla fascia d’età tra gli zero e i tre anni, eliminando la certificazione medica di grave patologia e stabilendo invece la presentazione automaticamente del piano con attribuzione di punteggio a seconda della gravità dell’handicap». Tra le modifiche, oltre a quelle apportate ai criteri di attribuzione dei punteggi - che hanno inoltre determinato la creazione di una nuova fascia dedicata alla persone con handicap grave che vivono da sole - le più significative riguardano la riduzione in percentuale dei finanziamenti, che prevede anche una modalità di compartecipazione da parte dei soggetti beneficiari e la proroga della presentazione delle domande fino al 31 dicembre.
«Ho accolto - ha spiegato Liori - il principio del Consiglio di applicare un riduzione percentuale ai piani finanziati, nel caso i fondi non fossero sufficienti a coprire tutte le domande, invece di applicare un taglio di mille euro per ciascuno, come avrei preferito fare». Si è inoltre stabilito che i nuovi piani saranno finanziati a partire dal 1 Marzo 2011, mentre quelli già in atto continueranno a fruire dei servizi dal 1 gennaio. I comuni inoltre avranno tempo fino al 10 febbraio per presentare i piani personalizzati.
Il vicepresidente della commissione, Marco Espa (Pd), ha espresso soddisfazione per la proroga dei due mesi, perché - ha spiegato - accoglie una richiesta delle famiglie, mentre ha giudicato problematico l’inserimento del criterio Isee - «che penalizza le famiglie in difficoltà» - nonostante un innalzamento della soglia - giudicato comunque positivo - da 8 mila a 9 mila euro. Espa ha poi proposto delle modifiche alla delibera, alcune delle quali sono state accolte dalla commissione. Le più significative prevedono l’attribuzione di 10 punti, indipendentemente dall’età, non solo se affetti da disabilità congenita ma anche per patologie acquisite, entro i 14 anni, «anche se - ha precisato - avrei preferito che il limite fossero stati i 18 anni»-
E l’eliminazione del comma - sostenuta anche da Gian Vittorio Campus (Pdl) - che prevedeva come spese ritenute ammissibili solo quelle sostenute per gli educatori con apposito titolo professionale, penalizzando in questo modo l’assistenza domiciliare non necessariamente specialistica. È stata invece bocciata dalla maggioranza la proposta del vicepresidente di abrogare la norma che stabilisce la detrazione delle ore di permesso dal lavoro fruite dai familiari (nonché da parenti o affini entro il terzo grado, conviventi) previste dalla legge 104/92, dal carico assistenziale e quella sulla compartecipazione percentuale al costo delle prestazioni da parte dei soggetti beneficiari.
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