Il Paese non ha bisogno della conta dei voti alla Camera ma di ben altro. Politici mai tanto distanti dalla realtà, capaci di arroccarsi intorno alla loro intoccabile casta, fatta di privilegi e potere. Le parole di Berlusconi
ALGHERO - Il Governo dei nominati (perché non eletti dai cittadini ma semplicemente indicati dai capi partito) apre i due giorni di "passione". Prima le dichiarazioni del presidente Berlusconi al Senato, poi alla Camera dei Deputati e infine il voto di fiducia nella giornata di martedì 14 dicembre, prima a Montecitorio, il giorno seguente a Palazzo Madama. Il futuro politico della legislatura insomma, è tutto da scrivere, fiducia si, fiducia no.
Leggi ad personam, leggi ad aziendam, ricercatori sui tetti, lavoratori sulle gru, disoccupazione ai massimi storici, e non solo. Se il paese non fosse logorato da anni di politica inadeguata e politici corrotti, impegnati a sistemarsi e sistemare gli interessi degli amici, forse l'università non si troverebbe nell'agonia odierna, molti giovani laureati non sarebbero costretti a fuggire dall'Italia per farsi una vita e centinaia di migliaia di lavoratori potrebbero essere appagati semplicemente svolgendo il proprio lavoro.
Giustizia negata e tagli indiscriminati. Se in Parlamento ci fossero politici attenti ai bisogni dei cittadini, forse la giustizia sarebbe stata realmente giusta. Perché tra prescrizioni, tagli e privilegi, non si capisce come si possa parlare di giustizia quando non si riescono neppure a svolgere migliaia di udienze (Alghero insegna ndr). Oppure, in periodo di crisi economica, i primi tagli, anziché addossarli su chi riceve 800 euro di stipendio o 400 di pensione, sarebbero ricaduti su chi gode di privilegi immeritati, pagati con soldi pubblici.
Oggi assistiamo all'ennesimo dibattito in aula su chi, e cosa ha fatto. Senatori del Pdl che esprimono gradimento per le politiche portate avanti dal Governo Berlusconi (e come potrebbe essere altrimenti se siedono in Parlamento per sola volontà berlusconiana), partiti all'opposizione che a spada tratta osteggiano il Premier, spesso in maniera preconcetta e priva di alternativa. Fuori dal palazzo, invece, una società in perenne crisi, non solo economica.
Silvio Berlusconi. «Abbiamo bisogno di tutto tranne che di una crisi al buio. E, in ogni caso, chi ci vota contro tradisce il mandato ricevuto dagli elettori». Così esordisce il Premier per giustificare la crisi tutta interna al suo schieramento questa mattina. «Il Governo ha dimostrato di sapere guidare responsabilimente il Paese». Poi si rivolge a tutti i "moderati" e politici "responsabili": «I liberi Parlamenti sono chiamati a rappresentare e interpretare la volontà popolare, non a sostituirla. In questo particolare momento di difficoltà per il nostro Paese tutti dobbiamo trovare il modo per essere uniti e fare l'interesse del Paese». /
SONDAGGIO
Foto d'archivio