Sono rimasti uccisi in Afghanistan per l´esplosione di un ordigno nel distretto del Gulistan. Tra loro Gianmarco Manca, di Alghero, 32 anni. Orfano di padre, la madre e la sorella sono stati informati dal comando di appartenenza questa mattina
ALGHERO - Quattro militari italiani sono rimasti uccisi in Afghanistan per l'esplosione di un ordigno nel distretto del Gulistan, a circa 200 km a est di Farah, al confine con l'Helmand. Sono tutti Alpini. Lo conferma la Farnesina. Un quinto soldato (Michele Miccoli, di 28 anni, nato ad Aradeo (Lecce) e residente a Belluno) è rimasto gravemente ferito ma è cosciente. E' stato trasportato in elicottero all'ospedale Delaram, come riferisce il generale Massimo Fogari, capo ufficio stampa dello Stato Maggiore della Difesa.
Fogari riscostruisce anche la dinamica dell'attacco: un ordigno è esploso, alle ore 9.45 locali (le 7.15 in Italia), al passaggio di un convoglio logistico investendo il mezzo sul quale si trovavano i 4 militari italiani morti e il ferito. Prima la deflagrazione, poi "spari a tiro teso" ad opera dei guerriglieri contro un'autocolonna di 70 mezzi compresa la scorta costituita dal blindato "Lince" su cui si trovavano i nostri connazionali.
I soldati uccisi in Afghanistan si chiamavano
Gianmarco Manca, 32enne di Alghero (caporal maggiore presso il VII Reggimento Alpini di Belluno e celibe), orfano di padre, la madre e la sorella sono stati informati dal comando di appartenenza questa mattina; il primo caporal maggiore
Francesco Vannozzi, nato a Pisa il 27 marzo 1984; il primo caporal maggiore
Sebastiano Ville, nato a Lentini, provincia di Siracusa, il 17 settembre 1983; e il caporal maggiore
Marco Pedone, nato a Gagliano del Capo, in provincia di Lecce, il 14 aprile 1987.
Nelle foto: Gianmarco Manca, il militare algherese rimasto vittima dell'attentato in Afghanistan, e i suoi tre sfortunati colleghi