Red
9 agosto 2010
L´Associazione Venezia Giulia e Dalmazia ritorna a Fertilia
Ratificato il nuovo Comitato Provinciale di Sassari. Valsecchi Presidente Onorario, Manni Presidente Provinciale con Alessandro Bisail vice
ALGHERO - Il Comitato Provinciale di Sassari dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia è ritornato a Fertilia. L’Esecutivo Nazionale ha ratificato gli atti di costituzione del Comitato e la nomina del consiglio direttivo: Presidente Onorario – Prof. Enrico Valsecchi; Presidente Provinciale Avv. Giuseppe Manni; Vicepresidente Provinciale Avv. Alessandro Bisail. Eletti consiglieri Michele Rosa, Fabio Mura, Nicolò Bratovich, Alberto Ruju; Segretario Provinciale Daniele Sardu. Il Comitato si è insediato ufficialmente il 7 agosto 2010.
L’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia è la prima associazione a carattere nazionale, sorta nel 1947, con lo scopo di raccordare e organizzare le decine di migliaia di profughi – italiani autoctoni – provenienti dai territori della Venezia Giulia e della Dalmazia che il Trattato di pace del 10 febbraio 1947 aveva ceduto alla ex Jugoslavia o assegnato alla Zona B del mai costituito Territorio Libero di Trieste. La sua sede è sempre rimasta a Roma, per la necessità di un rapporto costante con il Parlamento, il governo e le amministrazioni centrali dello Stato.
Riorganizzata con l’atto costitutivo del 7 giugno 1956, l’Associazione ha conservato nei decenni la sua estensione a tutto il territorio nazionale, essendo nati i diversi Comitati dalle comunità di Esuli ospitati prima nei campi-profughi e poi nei «Villaggi» giuliano-dalmati costruiti in diverse città italiane in esecuzione di un programma speciale di edilizia popolare. In quanto Associazione di carattere privato, si assumeva il compito di mantenere uniti su base volontaria gli esuli dai territori perduti attraverso le attività assistenziali e culturali dei Comitati locali, la celebrazione delle festività civili e religiose, la partecipazione e l’organizzazione di convegni di studio, conferenze, ecc., in stretta collaborazione con le amministrazioni dello Stato, gli enti locali, le università e le scuole, le associazioni combattentistiche e d’arma e le istituzioni culturali.
Le iniziative dell’Associazione hanno portato un contributo determinante nel campo dei provvedimenti legislativi adottati dal Parlamento italiano per risolvere i problemi dell’esodo giuliano-dalmata, dalle leggi per l’edilizia popolare a quelle per l’indennizzo dei beni perduti nei territori ceduti (con il cui corrispettivo l’Italia ha pagato i danni dovuti alla ex Jugoslavia in forza del Trattato di pace). Per oltre 50 anni ha operato in questo senso l’Ufficio Assistenza diretto da Padre Flaminio Rocchi OFM. La natura apolitica e apartitica dell’Associazione è stata il presupposto essenziale della considerazione in cui è stata tenuta.
Negli ultimi anni l'Associazione, dopo la dissoluzione della ex-Jugoslavia, ha incrementato notevolmente la sua attività culturale, ponendosi come obiettivi: far conoscere all'opinione pubblica italiana le vicende del confine orientale italiano e della contigua area balcanica, non solo nel Novecento ma anche nei secoli precedenti; sensibilizzare i media e la stessa opinione pubblica sull'importante ruolo politico, culturale ed economico che il Sud-Est europeo riveste per il nostro Paese in questa fase di assestamento geopolitico e di avvicinamento degli Stati dell'area all'Unione Europea; risvegliare negli italiani il senso dell'identità e dell'unità nazionale; aiutare i connazionali rimasti nelle terre di origine a difendere la loro lingua e le tradizioni italiane. A tale scopo sempre più frequenti si sono fatti i contatti con l'Unione Italiana, che rappresenta le comunità italiane tuttora residenti nei territori appartenenti alle Repubbliche di Slovenia e Croazia.
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