Red
22 giugno 2010
Crisi comparto ovino: strategie di rilancio
Il piano di Regione e Sfirs prevede la costituzione di una soggetto che fungerà da “stanza di compensazione”, in grado di gestire le eccedenze di prodotto
CAGLIARI - «La Regione è impegnata concretamente per la tutela del comparto lattiero-caseario ovino della Sardegna, con un piano innovativo e che per la prima volta affronta la crisi e programma le strategie per il futuro di un settore che rappresenta la nostra storia e una parte significativa dell’economia isolana». Lo ha detto questa mattina a Cagliari il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, all’incontro per discutere della proposta che Regione e Sfirs hanno studiato per rilanciare il settore.
Al vertice, oltre all’assessore regionale dell’Agricoltura Andrea Prato e al presidente della Sfirs Antonio Tilocca, erano presenti i rappresentanti delle associazioni di categoria, del Consorzio Latte, dei Consorzi fidi, di Sarda Factoring e di diversi istituti di credito. Proprio il sistema creditizio ha confermato di voler appoggiare il piano della Regione. Banco di Sardegna, Banca di Sassari, Unicredit, Banca di Credito sardo hanno apprezzato soprattutto il grado di innovazione del progetto e la sua capacità di programmazione per gli anni futuri. Già nei prossimi giorni sarà stilato un documento di intesa tra le parti per rendere operativo il piano.
«La Regione non solo sta esercitando il ruolo di facilitatore del dialogo tra le parti - ha specificato il presidente Cappellacci – ma concretamente ha messo sul tavolo un piano di lungo respiro che aggredisce una delle crisi peggiori per il comparto ovino e contemporaneamente contribuisce a decidere insieme con tutti gli attori della filiera la strategia per i prossimi anni». Da parte sua l’assessore Prato ha ribadito che uno degli obiettivi del piano sarà la tutela del comparto produttivo primario.
Il piano di Regione e Sfirs prevede la costituzione di una soggetto che fungerà da “stanza di compensazione”, in grado di gestire le eccedenze di prodotto, in primis il Pecorino Romano, ma anche di intervenire nella fase di commercializzazione, nella ricerca di nuovi mercati per le produzioni casearie e di studiare prodotti innovativi con l’obiettivo di evitare la frammentazione dell’offerta e ridare così valore al formaggio e di conseguenza al prezzo del latte.
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