Stefano Soro
1 dicembre 2004
Quale scuola per il futuro?
Molte cose nella scuola cambieranno in un prossimo futuro. Qualcosa è già successo, con l’avvento di internet, nel sistema del commercio, della ricerca e della comunicazione con gli altri
ALGHERO - Quale scuola per il futuro? Non è facile rispondere. L’esperienza dice che il nuovo millennio ci sta portando e ci porterà ad un uso praticamente quotidiano dell’informatica e della televisione (la TV onnipresente influenza ormai anche studenti e insegnanti).
La rivoluzione elettronica non può non condizionare la scuola (basti pensare all’e-learning e all’e-teachment). E’ anche vero che non tutte le scuole sono dotate di aule d’informatica con computer e tecnologie all’avanguardia. Probabilmente nella scuola del domani, al posto di libri, quaderni e penne ci saranno computer portatili, cd rom e floppy disk; o magari si potranno seguire le lezioni da casa. Chissà se i professori saranno sostituiti dai computer e i bidelli da robot! Forse l’ultima è solo una fantasticheria, ma molte cose nella scuola cambieranno in un prossimo futuro. Qualcosa è già successo, con l’avvento di internet, nel sistema del commercio, della ricerca e della comunicazione con gli altri. Perciò le nuove tecnologie, compreso Internet, sono utilissime per gli studenti, i quali grazie ad esse possono approfondire le loro conoscenze anche senza l’aiuto del professore o entrare nelle “misteriose” biblioteche e-clic. La scuola del futuro dovrà essere davvero la scuola di tutti. Infatti oggigiorno molti ragazzi non hanno computer e connessione ad Internet in casa e quindi rischiano di rimanere indietro rispetto agli altri ragazzi più fortunati. La scuola dovrà offrire loro l’opportunità di inserirsi nella contemporaneità, di impararla e quindi di viverla ciascuno nel proprio futuro. Il problema che sorge è se gli studenti, ma soprattutto i professori vogliano aprirsi all’innovazione. Eh già, perché ci sono anche insegnanti arroccati nei loro saperi, nel loro saper fare e sembra non intendano cambiare. E’ per questo che ci si chiede se gli insegnanti intendano far parte del cambiamento o essere vittime di esso. Tutti dovremmo aprirci alla novità e non tirarci indietro. Anche se come dice James Baldwin «il futuro è come il paradiso: tutti lo esaltano, ma nessuno ci vuole andare adesso». E il futuro è la tecnologia.
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