S.A.
10 maggio 2010
Sardus pater 2010 alla Brigata Sassari
Stamattina in piazza d’Italia la Città di Sassari ha dato il benvenuto solenne e caloroso ai “Dimonios” appena rientrati dall’Afghanistan. La Regione per l’occasione ha assegnato alla storica Brigata l’onorificenza “Sardus Pater” per l’anno 2010
CAGLIARI - Stamattina (lunedì) in piazza d’Italia la Città di Sassari ha dato il benvenuto solenne e caloroso ai “Dimonios” appena rientrati dall’Afghanistan. La Regione per l’occasione ha assegnato alla storica Brigata l’onorificenza “Sardus Pater” per l’anno 2010.
«Oggi è un giorno di festa, perché è sempre festa quando si celebra il rientro in Patria delle nostre truppe», ha detto il vicepresidente della Giunta regionale, Sebastiano Sannitu porgendo l’indirizzo di saluto a nome del presidente Ugo Cappellacci. Al cospetto delle pluridecorate bandiere di guerra del 151° e 152° Reggimento fanteria, del 1° e 3° Reggimento bersaglieri, del 131° Reggimento carri e del 5° Reggimento genio guastatori, hanno preso parte alla cerimonia il sottosegretario alla Difesa, Giuseppe Cossiga, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Giuseppe Valotto, le autorità cittadine e della Provincia di Sassari.
«In Afghanistan, con la missione Isaf, avete operato con grande capacità, e avete tenuto alto il valore che vi contraddistingue sin da quel lontano 1° marzo del 1915 che ha segnato la nascita della Brigata Sassari – ha proseguito Sannitu – Ritengo questo il momento più opportuno per sottolineare come il vostro essere in prima linea è un’assunzione di responsabilità: l’abnegazione e il sacrificio vi consentono di portare la pace là dove essa manca».
Il vicepresidente ha quindi consegnato la pergamena e la medaglia della Regione al Generale di Brigata Alessandro Veltri, comandante della Brigata Sassari. L’onorificenza “Sardus Pater” è riservata a cittadini che si “sono distinti per particolari meriti di valore culturale, sociale o morale e abbiano dato lustro alla Sardegna”. Questa la motivazione del riconoscimento: “La storica Brigata è assurta a simbolo delle peculiari virtù morali delle popolazioni sarde e di queste virtù è stata magnifica testimone nei teatri operativi nei quali è stata chiamata, dando lustro alla terra d’origine dei suoi uomini”.
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