Oggi 9 aprile si celebra il secondo anniversario della morte dello studioso algherese. Il ricordo di Alguer.it
ALGHERO - Rafael Caria, di formazione giuridica, si può considerare uno degli ultimi intelletuali ai quali la città ha dato i natali. Filologo e poeta ha dedicato tutta la sua vita a studiare la lingua catalana di Alghero e al suo recupero e valorizzazione. La sua ricerca, sia di campo sia archivistica, ha contribuito alla conoscenza della lessicografia e della toponomastica algherese, come alla conoscenza della realtà sociale di Alghero. Nel 1999 la croce di Sant Jordi e in fine nel 2006 la designazione a membro onorario della sezione filologica de l’Institut d’Estudis Catalans.
Tra tutte le opere, da evidenziare l'importanza e l'attualità de “El català a l'Alguer: propostes per a un llibre blanc” publicato nella Revista de Llengua i Dret, núm. 46, dove, dopo una attenta analisi della situazione sociolinguistica, elenca delle proposte concrete affinchè la nostra società possa vivere in algherese. Prime fra tutte la riforma dell'art. 9 dello statuto comunale.
La malattia che l'aveva colpito e la consapevolezza della sua condizione, gli avevano consentito di superare il limite di antiche rivalità fino a consigliare la fondazione della Comissió Unitària per la normalització de la llengua e di “portar a unitat el que s’ha produït i abatre la paret que, com el mur de Berlín, separa tota comunicació entre les mateixes associacions, com una mà que ignora l’existència de l’altra”.
Questo pensiero era giustificato dal fatto che “La «resistència» a qualsevol forma de prevaricació i de discriminació (sigui sarda o italiana), exigeix l’aliança i la unitat de tots els estaments socials, polítics, sindicals, culturals i esportius; o sigui, de totes les forces progressistes, radicals, moderades, democràtiques d’un determinat poble”. Speriamo che questi semi sapientemente gettati possano presto diventare piante sempre più rigogliose e che il lavoro di una vita intera sia conosciuto dalle nuove generazioni: “El futur de la llengua, comença d’aquí, fent-lo i fent-lo servir, més que parlant-ne”.