Il 13 novembre si terrà un convegno che segnerà l’apertura ufficiale dell’ecomuseo che caratterizzerà, rendendola ancora più unica, la Barbagia di Seulo, zona ricca di cultura e di sardità, in cui si trova questo gioiello di circa mille abitanti che conserva ancora tutti i colori del passato. Una serie di progetti, basati su diverse iniziative, ha portato alla consapevolezza che il paese e il paesaggio naturale che lo circonda, stava diventando un reale museo all’aperto. La regione che comprende il museo é l´Alta Valle del Flumendosa, i 40 chilometri di fiume che stanno tra le due dighe di sbarramento, quella di Bau Muggeris sopra Villagrande e di Nuraghe Arrubiu sotto Villanova Tulo.
Ciò che è difficilmente museabile può essere valorizzato inventando un nuovo concetto di museo, allontanando la vecchia idea di spazio chiuso che contiene dei beni, creando un museo senza muri, che ha come oggetto della propria attenzione il territorio di cui la collettività si occupa, sviluppando il potenziale sostenibile. Verranno recuperati edifici e zone archeologiche, si restaureranno porzioni del paese che il tempo ha conservato solo in parte. Gli interventi di tutela e restauro avvengono in sito, non si trasportano gli edifici e le case abitate diventano oggetto del museo. L´ecomuseo, quindi, viene inteso come mezzo per la ri-acquisizione del proprio patrimonio culturale da parte della popolazione locale che ne diventa così gestore e fautore. Questo non sarà solo l’ecomuseo degli abitanti di Seulo ma dovrà essere per tutti i sardi una creatura da proteggere e salvaguardare con orgoglio, dignità e passione.