Tanta la tristezza lasciata in chi lo conosceva ed apprezzava le sue doti di uomo alla mano, semplice, ma al contempo vulcanico e intraprendente
ALGHERO - E
Beniamino Crobu se n’è andato. In silenzio. Tanta la tristezza lasciata in chi lo conosceva ed apprezzava le sue doti di uomo alla mano, semplice, ma al contempo vulcanico e intraprendente. Il suo nome, per fama, ha varcato il nostro mare, è andato oltre confini, abbinato a un prodotto che lo ha incoronato re. Beniamino Crobu si è guadagnato l’appellativo di “re della Bottarga” perché è stato il pioniere della commercializzazione di questo prodotto, non solo in Italia, ma nel mondo.
La sua azienda di Alghero gestiva una fetta di mercato che sfiorava il novanta per cento della domanda. La sua avventura è partita da Sant'Antioco, l'isola dove Crobu è nato. I miei zii – raccontava - la preparavano in agosto, ma per appenderla a stagionare in magazzino. Tanti altri la facevano, ma non si vendeva, era per il consumo familiare.
Ha creduto nella bottarga, l'ha seguita con cura, ha provato a immaginarne uno sviluppo. Poi ha studiato come farla durare: il deperimento era il problema più grosso per questo tipo di delicatezza. Così nel 1969 armato di tanto coraggio, ha preparato una serie di confezioni e le ha presentate alla Fiera di Rimini. È stato un successo. Per vent'anni è stato praticamente l'unico a produrla su vasta scala. Beniamino Crobu, nel 1998 ne preparava quasi ventimila chili all'anno, tra quella di muggine e quella di tonno.
Onesto come pochi, Beniamino Crobu non aveva difficoltà ad ammettere che la materia prima - il pesce - arrivavano spesso da lontano. Da Casablanca, dalla Mauritania, dalla Spagna e persino dall'Australia. Muggini e tonni in Sardegna se ne pescano pochi - affermava - non bastano. Li acquistava in ogni parte del Mediterraneo. Provò anche a lavorare in Mauritania, ma incontrò troppi problemi igienici. Meglio allora - diceva - far tutto qui, ad Alghero.
Escludendo i grandi ristoratori, i migliori chef, pochissimi conoscevano la bottarga fuori dalla Sardegna e dalla Sicilia. Beniamino Crobu ha promosso il festival della bottariga anche a Milano. Tra i suoi ospiti si ricordano il canadese Louis Underwwod, Jimmy Crovato, newyorkese di origine italiana, dalla Svezia è arrivato il famoso gastronomo Christo Hulm, dalla Francia Pierre Loty, parigino che ha cucinato per noti personaggi del mondo politico e dell'arte. Tra gli italiani ha fatto assaggiare la bottarga a Guido Stecchi, Vinicio Aliprandi, al severissimo Edoardo Raspelli. La sua vita di commerciante di bottarga insomma, fu un successo.
Beniamino Crobu è stato anche un grande appassionato di calcio. Grandissimo tifoso della Juventus, adorava Antonello Cuccureddu, non disdegnava di presenziare in diretta a “La Domenica Sportiva” presentata allora da Carlo Sassi, suo grande amico. Fu dirigente, negli anni 80, del Fertilia calcio, quando presidente era Gianfranco Tarasconi, e la sua “Botarfish” fungeva da sponsor. Ma era spessissimo presente al Mariotti, sostenitore dell’Alghero, dove arrivava spesso poco prima dell’inizio della partita, fumando il suo inseparabile “cigarillo” e passava con incedere elegante con il suo trenc chiaro e l’ombrello “scozzese”. Un personaggio. E a noi piace ricordarlo così: modesto e cordiale nonostante il suo grande successo.
Nella foto: Beniamino Crobu