A.B.
16 febbraio 2010
Studi d’Artista: Le foto di Ligios
La mostra sulle sessanta immagini del fotografo villanovese, è curata da Sonia Borsato. Inaugurazione venerdì 19 febbraio, alle ore 18.30, nello Studio d’arte “Sisinnio Usai”, in Viale San Francesco 31, a Sassari
VILLANOVA MONTELEONE - Venerdì 19 febbraio, alle ore 18.30, nello Studio d’arte “Sisinnio Usai”, in Viale San Francesco 31, a Sassari, si inaugura la mostra “Studi d’Artista” del fotografo Salvatore Ligios, che sarà presente all’inaugurazione assieme al l’assessore alla Cultura del Comune di Sassari Angela Mameli ed la curatrice Sonia Borsato. La mostra, organizzata in collaborazione con il Comune di Sassari, lo Studio d’arte Sisinnio Usai e la “Soter Editrice” (curatrice del catalogo in mostra), potrà essere visitata fino al 13 marzo, dal lunedì al sabato dalle ore 16 alle ore 20, con ingresso gratuito.
Salvatore Ligios è nato a Villanova Monteleone nel 1949. Dal 2000 al 2008, ha diretto il museo “Su Palatu”, centro espositivo specializzato nella fotografia. Dal 2008, insegna Fotografia all’Accademia di Belle Arti di Sassari. Ha dato alle stampe numerose monografie (fra i tanti: “Crastos. Sentieri di pietra” (1995); “Làcanas. Gl’incerti confini” e “Il paesaggio invisibile” (1997); “Cumproadu. Imprentade” e “Facce di Sardi” (1999); “I maschi di Lodine” (2001); “Padri e figli” (2003); “Litterados.
Poeti e narratori” e “Cinque storie” (2005); “The Villasor factory” (2007) e “Gherradores”, lo scorso anno. Dopo aver ritratto nel 1999 i protagonisti dell’arte locale con il lavoro “Visto si stampi”, il fotografo è ritornato sul “luogo del delitto”, dedicando la sua attenzione non più ai volti, ma ai luoghi dell’arte, a quegli studi d’artista che sono delle vere “camere delle meraviglie” dove restano intrappolate narrazioni inespresse. Sono sessanta scatti per raccontare quindici artisti, scelti in maniera casual-affettiva, e declinare cinquanta anni d’arte, in Sardegna e non solo.
Ultima tappa di una lunga tradizione fotografica che ha concentrato la sua attenzione ai “posti d’arte”, vantando nomi illustri come Edward Steichen, Hans Namuth, Ugo Mulas e Luigi Ghirri, Studi d’artista contempla una vasta gamma di tipologie di “luogo di lavoro” spostandosi dall’atelier classico di artisti maturi e consolidati per arrivare a soluzioni estemporanee per le più giovani generazioni. Come sottolinea nel testo in catalogo Sonia Borsato, «il fotografo sceglie di non interagire con l’artista ma di arrivare a lui solo tramite i suoi spazi fisici. E in virtù di questa decisione si avverte un ribaltamento dei ruoli: il soggetto vero e immediato sono le stanze, studi attivi, vivi.
I nomi dei proprietari sono incidentali. L’essere svincolato dalla monarchia del ritratto d’artista consente al fotografo di muoversi secondo un percorso visivo classico ma allo stesso tempo più libero. Prima ancora che sugli oggetti o la luce, l’occhio si concentra su uno spazio pronto a ricevere l’invasione dello sguardo che, in questo vuoto, diventa perturbazione. Traspare l’esperienza della relazione che lega spazio e uomo fino a formare una unità naturale che ora solo apparentemente si mostra come vuota. Ma come le parole di Marguerite Yourcenar esprimono compiutamente, questi interni si rivelano imprigionati della vita segreta dei loro abitanti».
(Foto Ligios_Pastorello)
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