S.A.
11 febbraio 2010
«Rom, tante aspettative infrante»
La denuncia per le condizioni in cui versano i nomadi ad Alghero arriva dalla segretaria di Arcobaleno Stella Nascente, Elisabetta Boglioli, che condanna il degrado di un campo inadeguato come quello di Fertilia
ALGHERO – La denuncia per le condizioni in cui versano i nomadi ad Alghero arriva dalla segretaria di Arcobaleno Stella Nascente, Elisabetta Boglioli, che condanna il degrado di un campo inadeguato come quello di Fertilia, nell'attesa di uno spazio adeguato che si attende ormai da 30 anni, tempo in cui la comunità rom algherese si è stabilmente insediata in città.
La Boglioli nella nota non manca di evidenziare la difficoltà di inserimento degli zingari nella nostra società e degli obblighi ai quali devono essere sottoposti. In primis la scolarizzazione dei bambini e le vaccinazioni (senza eccezioni), il divieto dell’accattonaggio per gli stessi minori, il pagamento dei servizi al pari degli altri residenti e la punizione laddove si macchino dei reati di cui sono colpevoli.
Tuttavia, la riflessione dell’esponente del movimento di centro-sinistra, si sofferma soprattutto su quel disperato connubio che spesso accomuna la «miseria materiale a quella morale», ai giudizi e alle sentenze superficiali della gente quando è comunque in gioco la dignità dell’essere umano. Sono tanti, sono privi di controllo, si comportano come la convivenza civile non dovrebbe consentire. «Fanno fatica ad integrarsi, ma se noi fossimo onesti, dovremmo chiederci quante possibilità abbiamo dato loro per farlo» – dice la Boglioli che si sta impegnando con le Associazioni che costituiscono la Consulta di Volontariato di Alghero, a riaprire un dibattito sull’urgenza del campo.
«Nel mese di novembre un tavolo tematico, era stato istituito, tante erano le aspettative - prosegue il segretario di Stella Nascente - ma ancora oggi nulla è stato fatto». Salvo l’impegno con risorse umane e finanziarie dei Comitati di Quartiere, la Parrocchia di Fertilia e gli Operatori dei Servizi Sociali del Comune. «Sicuramente è un percorso che richiederà molto tempo – conclude la Boglioli - ma finchè lasceremo ai nomadi la sola alternativa di vivere nelle condizioni di profondo abbandono rappresentata dalla vita nel Campo, poco potrà migliorare».
Nella foto: Elisabetta Boglioli
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