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Sara Alivesi 11 febbraio 2010
Campo Nomadi: l´inciviltà lunga 30 anni
Tra le opere incompiute della città e il territorio di Alghero c'è la realizzazione del campo Nomadi atteso da 30 anni. Al suo posto lo spazio di Fertilia dove bambini e anziani continuano a vivere nel fango e senza servizi igienici
Campo Nomadi: l´inciviltà lunga 30 anni

ALGHERO - E’ sempre scomodo parlare di zingari. Da una parte perchè la loro integrazione nella comunità algherese non si è ancora compiuta, dopo oltre 30 anni. Dall’altra, perchè ci pongono di fronte ad una realtà, quella del campo di Fertilia, dove il degrado e l’insalubrità delle condizioni di vita, è la stessa o peggiore di alcune immagini che passano alla televisione o nelle foto dei giornali. La differenza è che la situazione dei bambini che vivono nel fango, senza servizi igienici, al freddo e umido di questo rigido inverno, è visibile dietro l’angolo, passandoci davanti e neanche ricordandosi che uno spaccato d’inciviltà esiste ed è radicato in questa città e tra noi.

Spesso non fanno simpatia i nomadi, per la loro facilità a macchiarsi di alcuni reati, furti in particolare; per la loro mentalità maschilista e retrograda, superata nelle nostre società; per la loro sporcizia, che certo non aiuta ad inserirli nella vita quotidiana. Tuttavia, esistono, risiedono e sono cittadini italiani e algheresi, sebbene in molti casi alcuni non abbiano ancora ricevuto la cittadinanza pur essendo nati nel territorio italiano. Meritano, perché sono esseri umani, di avere un’esistenza “decente” con un campo attrezzato e sicuro, come lo si aspetta da alcune decine di anni.

Altre città sarde hanno il proprio, ad Alghero le responsabilità si rimbalzano tra enti e uffici da un’infinità di tempo. I terreni occupati dai Rom, nei pressi di Fertilia, appartengono alla Laore e i primi fondi destinati alla bonifica, 200mila euro, fino all’ultima conferenza di servizi del dicembre 2008, sembravano essere disponibili. A complicare le cose, il sequestro sull’area da parte del’Autorità Giudiziaria, la necessità di individuare un’altra zona e la mancanza delle cifre adeguate per gli interventi, a partire dalle condotte fognarie e la corrente elettrica.

C’è chi pensa che se e quando gli zingari avranno a loro disposizione uno spazio attrezzato e igienico, continueranno comunque a vivere tra la sporcizia e il degrado. Può darsi, ma vale la pena provare per poter cambiare idea. Soprattutto quando ci sono di mezzo i bambini, nel loro caso tanti, che non devono pagare gli sbagli degli adulti, ne deve essere privata loro l’occasione di un’altra vita, un’altra esistenza.



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