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A.B. 19 dicembre 2009
Lunedì con la Poesia: Alvau legge Cardarelli
Prosegue la quinta edizione della manifestazione, per la Stagione 2009-10, con il quarto appuntamento in cartellone. Alvau non ha voluto rinunciare all’ultimo lunedì a ridosso del Natale, nonostante le iniziative ludiche e festaiole
Lunedì con la Poesia: Alvau legge Cardarelli

ALGHERO - Lunedì 21 dicembre, alle ore 20.30, nella “Sala Manno”, in Via Marconi 10, sarà la volta del quarto appuntamento in calendario della stagione 2009/10 con “I Lunedì con la Poesia”. Pier Luigi Alvau leggerà ed interpreterà i versi di Vincenzo Cardarelli, al di là degli stereotipi legati alle antologie di memoria scolastica.

Alvau non ha voluto rinunciare all’ultimo lunedì a ridosso del Natale, nonostante le iniziative ludiche e festaiole da cui, obbiettivamente, ha sempre mantenuto distanti le sue proposte. Sarà questa l’occasione per uno scambio d’auguri con gli spettatori presenti a cui verrà consegnato, personalmente dall’artista, un pensiero tangibile per l’affezione dimostrata nel corso delle cinque edizioni de I Lunedì con la Poesia. Inoltre, durante la serata, è annunciata una performance che esula dalla tradizionale impostazione dei Lunedì di Alvau.

Vincenzo Cardarelli, nacque a Corneto Tarquinia, un piccolo paese di provincia di Viterbo, dove suo padre, Antonio Romagnoli, marchigiano d’origine, gestiva il buffet della stazione ferroviaria e qui trascorse la sua infanzia e la sua adolescenza. Compì studi irregolari e formò la propria cultura da autodidatta. All’età di diciassette anni, fuggì di casa ed approdò a Roma dove, per vivere, fece i più svariati mestieri, fra i quali il correttore di bozze del quotidiano “l’Avanti!”.

Proprio su questo quotidiano, del quale divenne redattore, ebbe inizio, nel 1906, la sua carriera giornalistica Collaborò poi con “Il Marzocco”, “La Voce”, la rivista “Lirica”, “Il Resto del Carlino”, e, dopo gli anni della Prima Guerra Mondiale, rientrò a Roma, ed insieme ad un gruppo di intellettuali, fondò la rivista “La Ronda”, attraverso la quale espresse il suo programma di restaurazione classica. Fu direttore della “Fiera letteraria”, insieme al drammaturgo Diego Fabbri.

La sua fama resta legata alle numerose poesie e prose autobiografiche di costume e di viaggio. Fu un conversatore brillante ed un letterato polemico e severo, avendo vissuto una vita vagabonda, solitaria e di austera e scontrosa dignità. Suoi maestri sono stati Baudelaire, Nietzsche, Leopardi, Pascal, che lo hanno portato ad esprimere le proprie passioni con un senso razionale, senza troppe esaltazioni spirituali.

La sua è una poesia descrittiva lineare, legata a ricordi passati di qualunque tipo, siano paesaggi, animali, persone e stati d’animo, che vengono espressi con un uso di un linguaggio discorsivo e nello stesso tempo impetuoso e profondo. Gli unici riconoscimenti che ha raccolto sono stati il premio letterario “Bagutta”, nel 1929, con il libro “Il sole a picco” e, nel 1948, il premio “Strega”, per la prosa “Villa Tarantola”. In entrambi i casi, però, si è trattato di un successo di stima e sicuramente non di un’affermazione pubblica.

Nella foto: Pier Luigi Alvau



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