Sergio Ortu
11 ottobre 2004
Ancora lungo l’iter burocratico per la costruzione del campo nomadi
Sono ancora in corso le procedure di acquisizione del terreno individuato per la realizzazione del campo e di proprietà dell’Ersat
Si preannuncia ancora laborioso l’iter burocratico per la realizzazione del campo sosta per il gruppo di nomadi Rom ormai residenti in quel che rimane della pineta dell’Arenosu, sul versante dello stagno Calich. L’amministrazione comunale ha inserito un finanziamento nel piano triennale delle opere pubbliche, parrebbe di circa 160 mila euro, ma non è dato di sapere quando partiranno i lavori. Sono ancora in corso infatti le procedure di acquisizione del terreno individuato per la realizzazione del campo e di proprietà dell’Ersat. Da segnalare che questa farraginosa operazione si protrae da circa dodici anni nel corso dei quali si sono succedute tre amministrazioni alla guida della città ma nessuno è riuscito nell’intento. Sono stati persi ingenti finanziamenti regionali già disponibili attraverso leggi specifiche e diversi sono stati anche i problemi riguardanti l’individuazione del sito. Anche ora sembra non siano poche le lamentele sollevate dai proprietari dei terreni confinanti con il lotto di terreno prescelto. Occorre comunque risolvere la questione e ridare un po’ di decoro e dignità allo stile di vita del gruppo Rom. Dopo tutto si tratta di due famiglie, circa 20 persone parte delle quali hanno trovato qualche parziale occupazione. Qualcosa che significa molto per quanto riguarda l’integrazione sociale. Allo stato attuale le casette in legno e le roulottes che ospitano il gruppo Rom sono stanziate sotto i pochi alberi rimasti della pineta vicina alla torre piezometrica a pochi passi dalla laguna del Calich. Una zona ad alto pregio ambientale e peraltro inserita nella riserva naturale regionale di Porto Conte. Lo spostamento dei nomadi permetterebbe una bonifica ambientale e una sua rivalorizzazione magari attraverso la piantumazione di nuove piante in parte abbattute ed in parte devastate dal fuoco. I residenti della zona auspicano una decisa azione dell’amministrazione in carica affinché si risolva una volta per tutte la piaga dei nomadi e venga data anche loro una collocazione dignitosa. Dopo tutto parte di loro sono nati ad Alghero e sono a tutti gli effetti residenti.
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