red
9 ottobre 2004
Neria De Giovanni interviene sul Premio Nobel Elfriede Jelinek
La Jelinek fa parte di un piccolo drappello di alta creatività, cui, nel 1926 si unì anche la nuorese Grazia Deledda, l’unica scrittrice italiana arrivata a Stoccolma
«In veste di Presidente Internazionale dell’Associazione Internazionale dei Critici Letterari e soprattutto come Presidente del Consorzio Parco Grazia Deledda, esprimo plauso e soddisfazione per il Premio Nobel 2004 della letteratura conferito alla scrittrice austriaca Elfriede Jelinek», così in una nota Neria De Giovanni, presidente dell’Associazione Internazionale dei Critici letterari e vincitrice del Premio Donna e Cultura.
«E’ la decima donna -continua la De Giovanni- Premio Nobel per le lettere, dal 1901, fa parte dunque di un piccolo drappello di alta creatività, cui, nel 1926 si unì anche la nuorese Grazia Deledda, l’unica scrittrice italiana arrivata a Stoccolma.
Sempre la penna femminile è stata ed è capace di rilevare crisi sociali, manifestare posizioni scomode, anche radicali, motivate da profondi valori etico-sociali, di appartenenza.
Così Nadine Gordimer si è battuta contro l’apartheid nel Sud Africa, Toni Morrison, ha esaltato l’originalità della cultura nero-americana; Gabriela Mistral difendeva il diritto dell’infanzia, soprattutto delle bambine, all’istruzione. La nostra Grazia Deledda fece conoscere a tutti lo specifico antropologico del popolo sardo e proprio in questi ultimi mesi, grazie all’iniziativa editoriale “Un mare di sogni” della Regione Sardegna, del Ministero degli Affari Esteri e del Ministero dei Beni culturali, la sta riscoprendo tutta l’America latina.
La Jelinek etichettata come “femminista”, è portatrice di una visione del mondo sessuata che trova la sua valorizzazione nel confronto e non nella sterile opposizione.
Il Premio Nobel a Elfriede Jelinek –conclude Neria De Giovanni- dimostra ancora una volta come la Giuria di Stoccolma accanto ai valori estetico-letterari, ottimizzi anche problematiche sociali ed etiche invitando i lettori del mondo ad interrogarsi, imparando a conoscere i “diversi da noi” ».
Nella foto: Elfriede Jelinek
|