A.B.
30 ottobre 2009
Prorogata la chiusura della mostra di Uberto Bonetti
La mostra “Viaggio in Sardegna”, sul pittore futurista, sarà visitabile fino al 15 novembre
NUORO – L’“Istituto Superiore Etnografico della Sardegna”, organizzatore dell’evento, in collaborazione con il Comune di Nuoro, ha deciso che la mostra “Uberto Bonetti Futurista-Viaggio in Sardegna”, allestita a Nuoro nei locali del “Centro Polifunzionale”, in Via Roma, resterà aperta fino al 15 novembre, dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 19, con ingresso gratuito.
L’ideazione ed il progetto espositivo, sono di Paolo Piquereddu, con Francarosa Contu e Claudio Mangoni e con l’amichevole collaborazione di Vanni Menichi, mentre la realizzazione dell’allestimento è stata affidata al Settore Musei dell’Isre.
La mostra trae origine dalla donazione all’Istituto Superiore Regionale Etnografico di tutti i disegni e gli acquerelli inerenti alle maschere, agli abiti e ai disegni comparativi effettuata da Carlo Vanni Menichi, sociologo di Pistoia ed amico di Uberto Bonetti e della sua famiglia. Presenta sessantasei opere, in massima parte inedite, nel centenario della nascita dell’artista viareggino e del manifesto del Futurismo, realizzate in gran parte con tecnica mista, e risalenti verosimilmente al periodo tra il 1932 ed il 1939.
I lavori sono per circa la metà aeroviste di città italiane, cui si deve la fama e il ruolo di Bonetti nel panorama artistico italiano, conseguenti alla sua convinta adesione ai principi dell’Aeropittura futurista, formalizzati nel manifesto redatto nel 1929 da Marinetti, Balla, Prampolini, B.Cappa, Fillia, Depero, Dottori e Tato.
In mostra, si hanno sedici lavori riguardanti la Sardegna, in particolare Nuoro, con cinque vedute, tra le quali si segnala la tavola con in primo piano il bel palazzo delle Poste disegnato da Angiolo Mazzoni, prestigioso esponente dell’architettura futurista; Cagliari e Mussolinia (Arborea) con tre vedute; Orgosolo, Arbatax, Golfo Aranci e la cascatella de S’Ispendula.
Altre quattordici opere attengono a vedute aeree e a sintesi delle emergenze architettoniche di diverse città della penisola, da Pistoia a Roma, da Pisa a Bolzano, Grosseto e altre. Oltre alle vedute di città, che riguardano la tipologia tematica più conosciuta e apprezzata della produzione di Bonetti, la mostra espone diciotto disegni a matita e acquerelli di maschere di Mamuthones e di Boes e loro elaborazioni, ai quali si attribuisce la datazione del 1936, anno del viaggio di Bonetti nell’Isola, cui fa riferimento il titolo della mostra, insieme a Thayaht (pseudonimo di Ernesto Michahelles, inventore, della tuta, artista poliedrico, pittore, scultore grafico, sperimentatore). Di Thayaht è peraltro presente in mostra una caricatura eseguita da Bonetti (un’altra caricatura riguarda Italo Balbo).
Un’altra sezione espone otto bozzetti di abiti maschili ispirati all’abbigliamento della Barbagia. I disegni, alcuni dei quali denominati dallo stesso Bonetti, “Abito sardo, Nuoro”, “Abito sardo da festa” non presentano ragas, giubbetti e larghi calzoni bianchi ma, coerentemente all’esaltazione della modernità e della praticità proclamata dal Futurismo, i suoi massimi esponenti si interessarono fortemente alla moda e all’abbigliamento, comode giacche e giacconi, su calzoni a tubo. Della tradizione sembrano salvarsi alcuni elementi connotati proprio da praticità: il cappottino con cappuccio e la cintura portamoneta. In occasione della mostra, dai modelli offerti da questi bozzetti sono stati realizzati degli abiti che accompagnano l’esposizione.
La mostra comprende anche quattro disegni a matita di copricapi e acconciature femminili e un quinto di copricapi maschili, relativi alla Sardegna, alla Corsica e all’Albania, con evidenti funzioni comparative. Infine, tre disegni riproducono studi per ricami di carattere floreale. Questi bozzetti sono probabilmente successivi a quelli della serie delle maschere e degli abiti.
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