Luigi Coppola
30 settembre 2004
Presentato a Sassari l’ultimo libro di Marco Travaglio
Oltre novanta minuti, nei quali Travaglio fra ricordi, testimonianze personali e stralci d’articoli scritti dal suo maestro, disegna gli ultimi dieci anni di vita politica del nostro paese che hanno avuto pesanti riflessi nel mondo dell’informazione
In un’affollata cornice di pubblico in platea al teatro Smeraldo di Sassari, si è svolta alla presenza dell’autore, giovedì trenta settembre la presentazione del suo ultimo libro “Montanelli e il cavaliere. Storia di un grande e di un piccolo uomo”.
Edito da Garzanti, il testo già in ristampa alla seconda edizione, ricostruisce secondo le testimonianze del suo autore Marco Travaglio, le fasi salienti che condussero Indro Montanelli a rassegnare le dimissioni dal “Giornale”, per tentare insieme con altri colleghi in rotta con la proprietà editoriale, nuove soluzioni professionali (“La Voce”) per continuare l’unica linea indipendente e liberale, intrapresa vent’anni prima con la fondazione del quotidiano milanese e sì bruscamente interrotta. Marco Tavaglio, nasce a Torino nel 1964. Inizia la carriera giornalistica alla redazione di una storica testata cattolica, “Il nostro tempo”. Terminata l’era montanelliana, si afferma tra i principali collaboratori del gruppo Espresso – La Repubblica. E’ autore di saggi per Micromega oltre ad una striscia quotidiana su l’Unità. Concentra la sua attività sul filone giudiziario di Mani Pulite, diventandone presto un rigoroso ed esauriente cronista. Da questi argomenti ha tratto le sue esperienze di scrittore “Il Processo. Storia segreta dell’inchiesta Fiat”, scritto nel 1997 con P.Griseri e M. Novelli (Editori Riuniti). La grossa popolarità nazionale, gli deriva dalla prima e quasi unica apparizione in video quando nel 2001 durante la famosa puntata dello show Satyricon, presenta il libro “L’odore dei soldi”, immediatamente divenuto best seller e caso politico per le note vicende, che comportarono fra l’altro il congedo dal piccolo schermo del conduttore satirico Daniele Luttazzi.
Prima di salire sul palco, gli chiedo se la storia trattata nel suo libro non sia già stata analizzata da un altro collega, testimone diretto anche lui di quei giorni (F.Orlando “Il sabato andavamo ad Arcore” edizioni LARUS). Sorridendo mi replica “…si ma il discorso terminava al 1995...qui siamo oltre il 2002…”, confermando l’esigenza di un percorso storico documentale, la cui ricostruzione va necessariamente aggiornata e ricordata.
Introdotta da B.V. Pallavisioni direttore del periodico Sardegna Ventirighe, che insieme a V. Nonis (Libreria Il Labirinto d’Alghero) l’ha organizzata, la serata entra nel vivo con la conferenza dell’autore. “..Montanelli è piaciuto solo quando è morto..” In quest’affermazione è racchiusa la grandezza del più autorevole giornalista indipendente, che l’Italia non abbia mai avuto, ma come spesso succede, soggetto a vani tentativi d’accaparramento strumentale, secondo conformismi o gruppi di pressione politica, avvicendatisi in Italia sin dalla sua costituzione repubblicana.
Oltre novanta minuti, nei quali Travaglio fra ricordi, testimonianze personali e stralci d’articoli scritti dal suo maestro, disegna gli ultimi dieci anni di vita politica del nostro paese che hanno avuto pesanti riflessi nel mondo dell’informazione sempre più condizionata da interessi ad personam e poco incline a dare spazi a soggetti realmente indipendenti o non politicamente apparentati. L’aplomb ricco d’aneddoti esilaranti, condito da battute sarcastiche alleggeriscono la gravità dei contenuti, strappando in più occasioni scroscianti applausi nel pubblico che aderisce partecipe in presa diretta, ad un breve forum che ne segue. Travaglio registra i vari quesiti posti: dall’attuale situazione politica italiana, al suo ruolo internazionale nella vicenda irachena e inevitabilmente al felice epilogo delle volontarie rapite e liberate, da un focus sul ruolo dei movimenti girotondini al loro rapporto col “palazzo” e con l’attuale centrosinistra sino ad ipotetici sviluppi su scenari futuri. La risposta che trova già nella partecipazione di tanti cittadini assetati di speranza, un segnale corretto, non può prescindere da un rinnovato desiderio di cambiamento, che passa per processi di legalità, pluralità, democrazia, termini troppo spesso abusati ma sui quali è sempre bene cercare di rinfrescarne la memoria.
Nella foto: Marco Travaglio
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