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Sergio Ortu 22 settembre 2004
Fine settimana ricco di ricordi per gli anziani esuli giuliano-dalmati
Dopo i ricordi ed una mostra fotografica di Fertilia negli anni ’50 è stata la volta lunedì di una rassegna musicale di canzoni istriane sapientemente arrangiate dal coro delle comunità istriane di Trieste
Fine settimana ricco di ricordi per gli anziani esuli giuliano-dalmati

E’ stato un fine settimana intenso, ricco di ricordi e tanta emozione,quello appena trascorso, per gli anziani esuli giuliano-dalmati di Fertilia. Su iniziativa della locale Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia si sono svolti una serie di appuntamenti di notevole spessore culturale storico e sociale. Un’occasione che è servita anche per la presentazione di un laborioso lavoro di ricostruzione storica sociale dell’esodo degli esuli denominato “L’archivio della Memoria”. Una raccolta di testimonianze dei diretti protagonisti di quell’imponente esodo, per lungo tempo snobbato dagli storici e negli ultimi anni invece ricordato a più riprese come una delle pagine di storia italiana più tragiche del dopoguerra. Testimonianze ovviamente raccolte tra i più anziani profughi giunti a Fertilia, uno dei centri che più di tutti accolse in maniera provvisoria e poi definitiva per diversi di loro fornendo una nuova casa e una nuova vita. Il lavoro della locale Associazione esuli ha potuto godere della competente collaborazione di Simone Sechi e Marina Pinna dell’istituto di storia della Resistenza dell’Università di Sassari. I due studiosi hanno inoltre presentato alla comunità di Fertilia, il lavoro svolto dall’Associazione nel corso di un incontro svoltosi domenica sera in un locale insolito ma allo stesso tempo suggestivo: i locali della Torre littoria. Uno dei tanti edifici storici di Fertilia abbandonati a se stessi e che da tempo l’amministrazione comunale sta cercando di far rientrare a patrimonio comunale, per poi restituirli ad uso della comunità. Dopo i ricordi ed una mostra fotografica di Fertilia negli anni ’50 è stata la volta lunedì di una rassegna musicale di canzoni istriane sapientemente arrangiate dal coro delle comunità istriane di Trieste. Ancora una volta Fertilia testimonia parte della sua storia, fatta non solo di architetture dello stile moderno e ricordi del trentennio del regime, ma soprattutto ricca di intrecci di culture e tradizioni di quattro comunità istriana, ferrarese emiliana, sarda e ancora algherese. Intrecci a volte armonici e a volte meno. Da segnalare infine il desiderio della comunità di appropriarsi degli spazi storici della borgata che nell’utilizzo dei locali diroccati della torre ha voluto manifestare ancora una volta la necessità di una vera azione politica per far rivivere tutti gli edifici abbandonati della borgata di cui lo Stato non si mai curato lasciandoli cadere in pezzi.



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