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Red 31 luglio 2009
Peste suina: Caccia aperta dopo 4 anni
Anche per il suino selvatico sono state revocate le restrizioni nella zona di alto rischio che interessava i comuni di Bultei, Anela, Pattada e Nughedu
Peste suina: Caccia aperta dopo 4 anni

NUORO - Si potrà nuovamente cacciare dopo 4 anni nei territori del Monte Acuto e Goceano interessati dalle zone di restrizione per la presenza di cinghiali infetti da peste suina africana. La Regione (decreto assessorato Sanità n. 23 del 14 luglio) infatti ha revocato le zone di restrizione per la peste suina africana relativamente al suino domestico e selvatico, che avevano interessato quattro comuni, cioè Bultei, Anela, Pattada e Nughedu San Nicolò.

Nella nuova delimitazione della zona di alto rischio per il suino domestico, la Regione ha individuato, per la Asl di Sassari, soltanto il comune di Benettutti dove, nel 2008, si sono verificati quattro focolai di peste suina africana.

«Si tratta di un traguardo importante – ha detto il responsabile del Servizio di Sanità animale dell’Asl sassarese, Francesco Sgarangella – frutto di una sinergia tra più enti e ha visto la collaborazione dei cacciatori. Naturalmente non si deve abbassare la guardia nei confronti delle peste suina africana ancora presente nella nostra isola; pertanto continuerà il monitoraggio di routine con la consegna di campioni di sangue da parte dei cacciatori».

In questi anni nel territorio di circa 103 chilometri quadrati, a cavallo tra i comuni di Pattada e Bultei, insisteva il divieto di caccia e soltanto i cacciatori appositamente autorizzati in deroga dal Servizio di Sanità Animale della Asl di Sassari, potevano esercitare la caccia. La condizione era che le carcasse dei cinghiali venissero stoccate in locali chiusi fino all’esito favorevole dei campioni prelevati dai veterinari della Asl ed esaminati, con procedura d’urgenza, dall’Istituto zooprofilattico di Sassari. Entro 48 ore il servizio provvedeva a sbloccare le carcasse e consentirne il consumo delle carni. Prima della stagione venatoria venivano messi a punto i protocolli operativi a cura dell’Unità di crisi locale istituita tra la Asl, l’Izs ed il Corpo di vigilanza ambientale e illustrati in apposite riunioni con i cacciatori tenutesi a Bultei, Pattada ed Ozieri.

Nell’ultima stagione venatoria sono state autorizzate 29 compagnie di caccia che hanno conferito ai veterinari 98 cinghiali. Sono stati effettuati così i campionamenti necessari che, fortunatamente, sono risultati tutti negativi per la presenza del virus e degli anticorpi per la peste suina africana.

Questo importante monitoraggio, sommato a quello altrettanto positivo dell’anno precedente (oltre 70 campioni), ha consentito all’Asl di Sassari e alla Regione di presentare alla Commissione Europea la richiesta per lo svincolo della zona di restrizione, in quanto statisticamente significativo per escludere la presenza del virus in quell’area.

Il sistema di stoccaggio utilizzato per il monitoraggio dei cinghiali cacciati inoltre è stato posto a verifica dal Food Veterinary Office di Dublino. Si tratta del nucleo ispettivo veterinario della Commissione Europea, che per due anni ha svolto una serie di verifiche sull’applicazione delle norme e protocolli previsti per le zone infette. Durante i sopralluoghi inoltre erano presenti anche funzionari del Ministero della Salute, della Regione e del Centro nazionale di referenza per le pesti di Perugia che, con visite in loco e interviste con i vari operatori interessati, hanno appurato la corretta applicazione delle procedure. Tutte le visite ispettive si sono concluse con esito favorevole. Anche questo ha contribuito a dare corso alla revoca delle restrizioni.



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