Red
15 maggio 2009
Cantiere Sociale: "Buon Gurgvendan romà"
Il 6 maggio il popolo Rom ha festeggiato la loro festa più importante, il Gurgvendan. «Tempo fa le istituzioni si mostravano sensibili e vicine a questi nostri concittadini anche con la loro presenza, ora c´e´ solo l´indifferenza»
ALGHERO - Il 6 maggio il popolo Rom ha festeggiato la loro festa più importante: il Gurgvendan. Nei campi ci si sveglia all’alba, le donne raccolgono fiori e portono con sé le uova sode conservate da pasqua, tutti fanno un bagno purificatore ad una sorgente, gli uomini
cucinano all’aperto la pecora allo spiedo, la tavola è imbandita con tante prelibatezze e, simbolo di grande ospitalità e solitarietà, non si inizia a mangiare se non c’è almeno un ospite; poi fuochi, musica e danze.
Ad Alghero accade lo stesso, sia nel campo tra gli alberi di pino, dove vivono la maggior parte degli rom algheresi, che a Maria Pia, dove vive (ancora per poco) Giuliano con la sua famiglia. «Abbiamo passato questo giorno di festa con i nostri amici, siamo stati quegli ospiti senza i quali non si inizia a mangiare, abbiamo portato loro la solidarietà tipica del popolo sardo, abbiamo ascoltato le storie dei capifamiglia, abbiamo visto le difficoltà di vivere in un campo, e siamo orgogliosi di ciò».
E' la testimonianza del Cantiere Sociale de l'Alguer, il movimento algherese da sempre attento alle problematiche del popolo rom ad Alghero.
«Ma questo - sottolineano - è un Gurgervdan come gli ultimi, il gurgvendan dell'indifferenza da parte delle istituzioni». «Molto tempo fa' le istituzioni si mostravano sensibili e vicine a questi nostri concittadini anche con la loro presenza - attacca il Cantiere Sociale - ora c'e' solo l'indifferenza».
«L'amministrazione Tedde mai si e' occupata dei problemi dei nostri concittadini di etnia rom. Questa non è una nostra considerazione soggettiva ma un'oggettiva osservazione. Nel campo manca tutto - concludono - non solo il fondo in ghiaia, le piazzole e le baracche per tutti ma addirittura l'acqua calda e i servizi igienici. L'indispensabile per un'amministrazione che parla di integrazione».
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