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Antonio Burruni 13 settembre 2008
Referendum Salvacoste: Le ragioni del Si
Politici e promotori della campagna referendaria si sono riuniti questa mattina nella sala consiliare del Comune di Alghero
Referendum Salvacoste: Le ragioni del Si

ALGHERO – Questa mattina, i rappresentanti politici dei partiti contrari alla Legge Regionale n.8, meglio conosciuta come “Legge Salvacoste”, si sono riuniti nella sala consiliare di Palazzo Civico ad Alghero, per presentare ai cittadini, i motivi per cui si dovrebbe votare “Si” al referendum abrogativo in programma domenica 5 ottobre. «Vuoi cancellare la legge che ha bloccato la Sardegna? Vota Si», questo lo slogan della campagna referendaria.

Presenti, gli onorevoli Mauro Pili e Gavino Cassano, il sindaco di Alghero Marco Tedde, il primo cittadino di Castelsardo Franco Cuccureddu, l’assessore provinciale Toni Faedda, il presidente del Consiglio Comunale di Alghero Antonello Muroni, gli assessori del Comune di Alghero Ennio Ballarini, Gianfranco Becciu, Mario Conoci, Michele Pais, Maurizio Pirisi e Gianni Spano, l’ex delegato comunale Luigi Altea, i consiglieri comunali Franco Manconi, Peppinetto Musu, Andrea Paulesu e Giancarlo Piras ed altri rappresentanti dei partiti del Centrodestra regionale, provinciale e dei Comuni di Olmedo, Porto Torres, Sassari e Sorso.

«E’ una legge contro il buon senso, contro la ragionevolezza. Noi ci opponiamo alla politica programmatoria, tra virgolette, del Centrosinistra. La Salvacoste è una legge veramente infausta, che ha creato un mostro, un Piano Paesaggistico che ha creato danni economici e sociali. Così – ha sottolineato Tedde . gli Enti Locali sono stati espropriati di tutti i poteri programmatori sotto il profilo urbanistico. La Legge 8 è di fatto un Puc. Infatti, quelli esistenti sono cartastraccia e vanno corretti secondo i “dettami soriani”. Il 90percento del nostro territorio è paralizzato, recintato da filo spinato. Voteremo Si al referendum, perché i sardi si devono riappropriare delle loro prerogative. Lavorare, partecipare e programmare. All’eliminazione di un modello di sviluppo classico, non è stato contrapposto un modello di sviluppo alternativo» ha proseguito il primo cittadino, sottolineando poi come i vari balzelli su barche, seconde case e tasse di soggiorno, abbiano fatto scappare i turisti.

«Non c’è pericolo maggiore che realizzare male una buona idea». Ha esordito così, parafrasando Don Giussani, il sindaco di Castelsardo Franco Cuccureddu. «Questa legge è un danno per la Sardegna, ma non per tutti i sardi. Infatti, se c’è qualcuno che ha tutelato qualche privato, non è certo il Centrodestra. Il piano non blocca tutto, fa delle scelte e sono scelte sbagliate. Non si danno possibilità ai Comuni di dire la propria in base alle esigenze del territorio». Cuccureddu ha quindi concluso il suo intervento sottolineando una volta di più come il turismo non possa essere considerato come un valore negativo, mentre questa legge ha bloccato la costruzione di nuove strutture ricettive e, con la Legge Statutaria, si voglia eliminare l’Assessorato al Turismo (unico caso in Italia assieme al Friuli Venezia Giulia).

«Tornare alla condivisione delle gestione del territorio tra Regione ed Enti Locali –questa la parola d’ordine lanciata da Giampiero Mura, coordinatore provinciale dei Riformatori – Non si possono fare seguir ai cittadini sardi linee che non sono condivise. Dobbiamo costruire risorse per i nostri giovani».

«Lo sviluppo del territorio deve vedere come protagonisti gli Enti Locali. Impossibile una visione centralista», ha chiarito il coordinatore provinciale di Forza Italia Giampiero Lavena, auspicando un’alleanza forte tra partiti, Enti Locali, imprenditori e rappresentanti di categoria, per una battaglia politica in senso nobile, contro una politica scellerata ed ammantata di un’ideologia che fa male.

«Soru ha detto che si sarebbe occupato degli ultimi, ma si è dimenticato di tutti gli altri. Questo referendum non è da trascurare, non dobbiamo fallire, dobbiamo coinvolgere più persone possibili. Dobbiamo promuovere il movimento in ogni singola realtà. Non è il momento di farsi del male da soli», ha dichiarato il coordinatore provinciale di Alleanza Nazionale Nanni Moro.

«Dal 2004 stiamo vivendo sotto una calamità. Una calamità che lascerà tracce dannose per anni. Una norma deleteria sotto tutti i punti di vista. Soru è diventato titolare e padrone assoluto delle scelte. Probabilmente – ha proseguito il coordinatore regionale di Forza Italia Ugo Cappellacci – dopo l’Assessorato al Turismo, l’idea sarà di eliminarli tutti. Già oggi sono solo fantocci che votano a comando. Dobbiamo mandare via il dittatore».

La conclusione è stata quindi affidata all’onorevole Mauro Pili. «Questa non è una battaglia del Centrodestra, ma ha una radice più profonda. Dobbiamo aiutare i sardi a scegliere. Nei Comuni è cresciuto il senso di responsabilità, mentre la Regione è ancora legata al sistema delle preferenze. I sardi – ha proseguito – devono poter scegliere il loro sistema economico. Noi scegliamo il turismo come volano economico. Un elemento moltiplicatore del lavoro. Ora, invece, non c’è un albergatore in Sardegna, che possa spostare un chiodo per migliorare l’offerta turistica, per aumentare il periodo di lavoro per i nostri giovani. Non c’è alternativa al sistema turistico, se non gli interessi personali».

Nella foto: Marco Tedde e Mauro Pili durante la conferenza di oggi



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