ALGHERO - E’ stata una lunga e piacevole risata notturna, la sit comedy che Claudio Batta ha offerto martedì notte, all’affollata platea del Poco Loco. La seconda serata cabaret di agosto, dopo quella con Stefano Chiodaroli, in programma allo storico dinner club d’Alghero, inizia intorno alle 23.00.

In tenuta pseudo metallara che prevede calzoni di pelle e canotta nera, con tanto di catena al collo luccicante, “Capocenere” (il personaggio che lo ha reso noto nei cult Zelig di Mediaset), avvia il racconto delle sue esperienze. Legate prevalentemente allo stereotipo meridionale, dotato d’istruzione tendente a zero e di un idioma poco vario che ne rivendica con orgoglio, le origini calabresi. Spesso, coinvolte con sadica ironia, quando nei ricordi di una bruciata gioventù, rievoca ottimi “giochi al nascondino sull’Aspromonte” e …ritrovamenti ben pagati.

Le risate e gli applausi stemperano, argomenti sociali dell’Italia, sdrammatizzati con parabole surreali a fattarielli rapidi. Incorniciati da una mimica straordinaria (talvolta ricorda Totò o la scuola di Aldo, Giovanni e Giacomo) e dallo slang unico che ha fatto di Batta, il noto attore comico. Formatosi a Milano, con la schiena dritta, sui testi del teatro classico: da Cechov a Frayn, passando per Feydau ed Agata Cristhie. Prima di approdare ai brillanti personaggi del cabaret contemporaneo, distribuiti sui maggiori network radiotelevisivi italiani e conditi dal tipico “uttobene uttobene”.

Il finale dello show catalano, riserva la tremenda “nimistica” (enigmistica) del dotto Capocenere. Verticali e orizzontali dalle soluzioni assurde (tipo l’eroina che “stende il bucato” o il preservativo che “si calza alle migliori occasioni”), per un’ora abbondante, volata con la cifra del consumato “one man show”. Cala il sipario fra gli applausi: la cena ottima, lo spettacolo pure.

Nella foto Claudio Batta al Poco Loco