Denuncia del Gruppo d´Intervento Giuridico e Amici della Terra. Gli esposti hanno comportato l’avvio di indagini penali e provvedimenti amministrativi senza alcun esito finora. Purtroppo la vicenda dura ormai da troppi anni
ALGHERO - Da decenni ormai l’abusivismo edilizio è quanto di più protetto e tutelato sulla costa di Porto Conte. L’ennesimo sequestro preventivo risaliva a settembre 2007, operato dal Corpo forestale e di vigilanza ambientale, su disposizione della Magistratura inquirente, e relativo ad un campeggio abusivo nella Pineta Mugoni, sulla costa della Baia delle Ninfe, nel Parco naturale regionale di "Porto Conte". Tuttavia, nonostante l'incessante e meritoria attività di indagine del Corpo forestale e di vigilanza ambientale e nonostante le reiterate e documentate denunce inoltrate dalle associazioni ecologiste, non risultano ancora provvedimenti definitivi e risolutivi da parte delle amministrazioni pubbliche competenti (in primo luogo il Comune di Alghero) e, almeno in parte, della Magistratura competente nei confronti di un abusivismo edilizio dilagante e spudorato. A denunciare nuovamente agli organi competenti la "strana" situazione è il Gruppo d'Intervento Giuridico e Amici della Terra. Le associazioni ecologiste hanno provveduto ad inviare numerosi esposti alle pubbliche amministrazioni statali (Ministeri dell’ambiente e per i beni e attività culturali, Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici, Soprintendenza ai beni ambientali di Sassari), regionali (Presidenza della Regione, Assessorati regionali dell’urbanistica e dei beni culturali, Servizio tutela del paesaggio di Sassari) e locali (Provincia di Sassari, Comune di Alghero), al Corpo forestale e di vigilanza ambientale, alle Procure della Repubblica presso i Tribunali di Sassari e di Cagliari ed alla Commissione europea, richiedendo puntuali informazioni ed interventi specifici in relazione ai numerosi campeggi abusivi sulla costa di Porto Conte - S. Imbenia, in un sito di importanza comunitaria, tutelata con vincolo paesaggistico e con vincolo di conservazione integrale. «Anche per garantire quella qualità ambientale che è alla base del richiamo turistico della “Riviera del corallo” -sottolineano dall'associazione ambientalista- non ci possono essere più tentennamenti o scuse per procedere al ripristino della legalità violata e dei valori ambientali propri della Baia delle Ninfe».
Foto d'archivio