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11 aprile 2025
Per il Piano Zoagli
Un nutrito numero di professionisti lancia un appello unitario, condividendo emozioni che non vanno disperse, in difesa dei superiori interessi della collettività ed al di là delle pur legittime sensibilità di parte, affinché il poderoso lavoro dei progettisti del Piano Urbanistico Comunale della città di Alghero non vada disperso con la morte di Emilio e Paolo Zoagli
Per il Piano Zoagli

Sono passati trent’anni da quando, nel 1995, Emilio Zoagli riceveva l’incarico per la redazione del nuovo Piano Urbanistico Comunale. Un progetto che ha accompagnato Emilio sino alla fine, senza mai trovare una conclusione. Ora, senza Paolo, che negli anni ha affiancato il padre in questo lavoro, le idee che si sono precisate e definite potrebbero essere perse, per sempre. Un destino analogo ha avuto il piano di Antonio Simon Mossa, un altro grande architetto della nostra città morto prima che potesse vedere approvato il suo progetto dall’assemblea civica. Lo ricordava Emilio.

Ma quali sono i motivi di questa impresa che sembra impossibile, cioè quella di approvare con consapevole volontà uno strumento urbanistico per questa città? Dobbiamo ricordare, infatti, che il PRG vigente, progettato dell’ingegnere Mistretta nei primi anni Settanta, fu adottato da un commissario prefettizio, in sostituzione di un piano di fabbricazione obsoleto e non più coerente con le necessità di una pianificazione sostenibile ed equilibrata, e successivamente approvato definitivamente nel 1984; un’altra epoca.

Il PUC di Zoagli ha cercato di superare i limiti e le distorsioni del PRG. È un piano ambizioso che si è posto da subito l’obiettivo di disegnare la città in un contesto nel quale cresceva e cresce disordinata, senza logiche collettive. Questa impostazione, iniziata con un progetto presentato del 1997, è proseguita nelle successive due versioni definitive del 2011 e del 2023, l’ultima che ha visto soprattutto Paolo impegnato nella sua redazione.

È un piano che, anticipando i tempi del PPR, ha definito una struttura ambientale e territoriale solida, mai messa in discussione nelle varie redazioni. Ha intravisto la possibilità di riprendere un disegno unitario della città, riordinando i margini come gli spazi dell’innovazione urbana e dei servizi. Introduce, confermandolo in tutte le proposte, il principio di equità attraverso meccanismi di perequazione finalizzati a garantire una corretta gestione dei processi pubblico-privati. Un piano che favorisce la tutela dei patrimoni anche minori e moderni, come la città di fondazione di Fertilia e le borgate che già trent’anni fa erano perimetrati come ambiti storici di salvaguardia, anticipando così gli orientamenti poi consolidati. Che, infine, evitando la ghettizzazione del diritto alla casa per tutti, promuove sistemi di distribuzione degli alloggi all’interno del tessuto urbano consolidato e dei nuovi quartieri optando per quella che viene definita mixité sociale. Questo piano può essere migliorato, precisato, ma da subito consentirebbe un cambio radicale nella costruzione della nostra città, oramai governata da dinamiche distanti dall’interesse della comunità, di oggi e di domani.

Le amministrazioni succedutosi nel tempo hanno sempre voluto riprendere da capo il progetto del piano, pensando forse che questo strumento debba rappresentare l’anima politica di volta in volta espressione di maggioranze. Si è arrivati, alla fine, sempre allo stesso progetto, alle stesse soluzioni, ma mai ad una sua conclusione.

Questo piano non è solo uno strumento tecnico o un disciplinare nel quale prevale il numero e la norma ma cerca di immaginare il disegno della città futura contrapponendosi alle situazioni in atto laddove queste si sono dimostrate fallimentari, almeno per quanto riguarda la città pubblica e il bene comune. Non perseguire questo obiettivo significherebbe privare l’architettura del ruolo di prefigurare una futura possibile bellezza di questa città, spegnere il sogno di Emilio e Paolo Zoagli di avere una città di qualità. Con la morte di Emilio e la tragica scomparsa di Paolo rimane un’eredità preziosa, unica, non sostituibile.

C’è un progetto definitivo agli atti presentato nel dicembre 2023. L’attuale amministrazione ha l’occasione di rendere finalmente operativo questo piano approvandolo subito e sostenendolo con l’istituzione dell’Ufficio di Piano che sia Emilio che Paolo Zoagli hanno tentato di realizzare, senza mai riuscirci. Questo Ufficio è il luogo dove l’amministrazione potrà portare a compimento il piano di Zoagli, affiancato da un team tecnico di consulenti, funzionari, architetti, urbanisti ed esperti che potranno gestire le fasi di partecipazione, le osservazioni e modifiche che si dovessero rendere necessarie per la definitiva approvazione e, soprattutto, accompagnare lo strumento urbanistico alla sua applicazione.

È indispensabile sostenere questo progetto, così come è stato definito da Emilio e Paolo, senza perdere altro tempo.

Siamo convinti che occorra un cambio di passo e l’impegno di tutti per rispettare tempi e scadenze. È irrinunciabile il coinvolgimento e la partecipazione di tutta la comunità che, come movimento civile, sociale, culturale sostenga questa prospettiva con l’obbiettivo che, finalmente, in questa legislatura, con questa amministrazione e questo consiglio comunale che già sta lavorando in questo senso, si possa portare il Piano Zoagli, con immediatezza e senza esitazioni, all’esame dell’assemblea civica per una sua quanto più celere adozione, avviando il percorso per una quanto più ampia convergenza di posizioni fino alla sua definitiva approvazione.

Per tutte queste ragioni, condividendo emozioni che non vanno disperse e richiamando quelle qualità speciali che dobbiamo tutti riconoscere in Emilio e Paolo Emilio Zoagli i quali, in difesa dei superiori interessi della collettività, hanno sempre agito con spirito non divisivo, oggi, nella speranza di raccogliere adesioni quanto più numerose, al di là delle pur legittime sensibilità di parte, lanciamo un appello unitario.


I promotori
Giorgio Peghin (architetto, professore ordinario di composizione architettonica e urbana), Aldo Lino (architetto e professore di composizione architettonica e urbana), Giovanni Oliva (architetto), Vittorio Carta (architetto), Carlo Sechi (direttore di Obra Cultural), Toni Torre (biologo ambientale), Diego Polese (architetto), Gianpaolo Sanna (ingegnere), Salvatore Scala (Sardenya i Llibertat), Simona Sanna (architetto), Nicola Carta (architetto), Fabio Minichino (architetto), M. Benedetta Tiloca (architetto), Anna Laura Tiloca (geometra), Elide Simbula (dott. agronomo), Daniele Curedda (architetto), Antonio Scanu (ingegnere), Maurizio Stella (architetto), Fabio Altomano (architetto), M. Costanza Cartamantiglia (architetto), Carlo Trova (architetto), Fabio Calvia (geometra), Federico Cartamantiglia (architetto), Paola Cocco (architetto), Antonello Sotgiu (architetto), Alberto Ballero (agronomo), Salvatore Mannazzu (architetto), Fabio Corbia (architetto), Emmanuele Farris (botanico), Valdo Di Nolfo (consigliere regionale), Italia Nostra Sardegna, Lipu Sardegna, Associazione Punta Giglio Libera APS, Ginquetes associazione culturale, Anpi, sez. Marisa Musu Alghero, Associazione Parkinson Alghero-ODV, Carlo Pisano (architetto), Antonio Fiori, Efisio Scioni (architetto).

Il manifesto-appello è aperto alla sottoscrizione volontaria di professionisti e/o associazioni e cittadini. A disposizione di chi volesse aggiungere la sua adesione l'indirizzo: perilpianozoagli@gmail.com

ultimo aggiornamento sabato 12 aprile, ore 16.30
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