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Cor 29 marzo 2025
Vela latina, candidatura Unesco
L’“arte di navigare con vela latina e vela al terzo” verso il riconoscimento Unesco come patrimonio culturale immateriale: Consegnato il dossier internazionale
Vela latina, candidatura Unesco

STINTINO - Quando dal “muretto di Stintino” partì l’idea della prima Regata, nel lontano 1983, il termine “Vela Latina” era del tutto sconosciuto al di fuori dei due tipici “ishintini”, i porticcioli del paese. Quella gloriosa velatura era caduta infatti in disuso dappertutto e se n’era persa anche la memoria del nome, con l’eccezione di una flottiglia di irriducibili gozzi stintinesi che ancora risalivano il vento come si era fatto per la prima volta nella notte dei tempi utilizzando una vela triangolare, la latina, appunto. Da allora la Regata della Vela Latina di strada ne ha fatta tanta, portando il verbo del ritorno alla nautica storico-tradizionale in moltissime marinerie d’Italia e di altre rive del Mediterraneo, ma forse nessuno poteva pensare di poter arrivare al riconoscimento nientemeno che dell’Unesco, nella “lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale”, in tandem con la sorella adriatica denominata “vela al terzo”.

Ora questo sogno si avvicina grazie all’azione congiunta di tutti i musei marittimi e le associazioni di patrimonio del Mediterraneo, compresa quindi l’Associazione Vela Latina Tradizionale di Stintino, che ha curato, (con la supervisione di Piero Ajello, uno dei fondatori dell’evento stintinese in quegli anni lontani) uno dei 22 corposi dossier in sei diverse lingue che ora si trovano all’esame dell’Unesco. Nei giorni scorsi è stato infatti consegnato a Parigi l’ampio dossier frutto di un gruppo di lavoro internazionale composto, oltre all’Italia, da Croazia, Francia, Grecia, Spagna, Svizzera, che documenta questa importante eredità di saperi e tecniche, attivamente tramandata da numerose comunità in tutto il Mediterraneo, tra le quali molte nelle coste italiane. Si tratta del primo passo ufficiale verso un riconoscimento da tempo atteso, che premia il lavoro svolto da associazioni, esperti, musei, che hanno voluto salvare questo patrimonio bimillenario del Mediterraneo,
La vela latina, a forma triangolare, viene usata a partire dalla tarda antichità in tutto il Mediterraneo e oltre, mentre la vela al terzo - a trapezio e tinta con colori naturali e simboli familiari - nasce più di recente e si afferma solo nell’Adriatico settentrionale.

Navigare con vela latina o al terzo richiede la conoscenza di tecniche e manualità sulle manovre, la regolazione delle vele, la meteorogia e l’ambiente marino, la manutenzione delle barche, e inoltre anche dei rituali come il varo, di proverbi e narrazioni. La trasmissione di questi saperi avviene da generazione in generazione, abbattendo anche le barriere di genere, perché la vela latina e al terzo vedono attive protagoniste anche le donne, superando gli antichi pregiudizi. L’ass. Vela Latina ha fondato nel 2018 l’Ecomuseo del Mare e dell’Acqua (EMA) mentre Stintino ha onorato in anni recenti il suo ruolo di piccola capitale della vela latina realizzando il Quarantennale del Trofeo Presidente della Repubblica (denominazione acquisita dalla storica Regata grazie ai ripetuti interventi del Quirinale a sostegno delle valenze culturali dell’evento). Lo stesso Quarantennale ha generato, su proposta della stessa Associazione, il Porto-museo delle Vele Latine, proprio sotto lo storico muretto del porto Stintino Minori, la prima iniziativa del genere in Sardegna. Ora il Comune di Stintino vuole lanciare e valorizzare questo speciale angolo museale avvalendosi proprio della collaborazione dell’Ass. Vela Latina.

Una conferenza dedicata alla pratica Unesco costituirà il punto di partenza del nuovo corso stintinese della Vela Latina grazie all’intervento del presidente dei musei marittimi mediterranei Davide Gnola. La candidatura Unesco è nata da AMMM, l’associazione dei musei marittimi del Mediterraneo; in Italia, è stata coordinata dal Museo della Marineria di Cesenatico diretto da Davide Gnola, mentre il fondamentale lavoro tecnico-scientifico di presentazione della candidatura è stato compiuto dall’Ufficio Unesco del Ministero della Cultura coordinato dalla Dott.ssa Elena Sinibaldi insieme alle dott.sse Francesca Sani, Sandra Condorelli, Valentina Soviero che ne hanno curato anche la registrazione nell’inventario nazionale.



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