S.A.
21:44
«Zone franche nelle aree rurali della Sardegna»
Tore Piana, presidente del Centro Studi Agricoli: Defiscalizzare le attività economiche nei territori marginali e incentivare lo sviluppo dell’agricoltura e dell’allevamento per fermare l’abbandono

CAGLIARI - Le aree interne e svantaggiate della Sardegna potrebbero diventare “zone franche” con una fiscalità agevolata, soprattutto per le attività economiche e produttive. Questa è la proposta del Centro Studi Agricoli, che punta a rilanciare i territori marginali e contrastarne il progressivo spopolamento. Secondo uno studio del ANAP ConfArtigianato 2024, entro il 2040 la Sardegna perderà 293 mila abitanti, con un calo particolarmente forte nelle zone interne dell’Isola. «Basta chiacchiere, servono interventi di carattere tecnico e non politico. Poco serve, come propone oggi la Regione Sardegna, elargire fino a 15 mila euro alle aziende che si insediano o trasferiscono la residenza fiscale nei comuni sotto i 3mila abitanti», afferma Tore Piana. «Le aree rurali e marginali della Sardegna non possono più aspettare. Nessuno lo sa meglio del mondo agricolo, che in questi territori rappresenta fino all’80% dell’economia locale e, spesso, supplisce anche ai servizi per la comunità» prosegue.
Per Tore Piana e il Centro Studi Agricoli, il problema sta nelle difficoltà ormai croniche, amplificate dalla crisi climatica e dagli eventi catastrofali, soprattutto nelle aree interne e montane: «Siccità estrema, regole sulla PAC inapplicabili, terre civiche senza una legge chiara sulle assegnazioni a lungo termine, pascoli poveri e difficili da gestire, infrastrutture carenti come elettrificazione rurale e strade interne insufficienti, prodotti agricoli poco remunerati. A tutto questo si sono aggiunti gli ultimi shock geopolitici ed economici mondiali che hanno aggravato una situazione già compromessa, rendendo quasi impossibile fare impresa e incentivare le nuove generazioni a restare». La proposta del Centro Studi Agricoli prevede incentivi straordinari per chi vive e lavora in questi territori, con riduzione della fiscalità su pensioni e buste paga, tariffe agevolate su servizi essenziali come luce e gasolio, potenziamento della sanità territoriale a carico della Regione e condizioni per aprire aziende a costo zero.
«Dalle zone costiere fino all’entroterra, il problema è strutturale e nel 2025 non è più accettabile che nei territori interni della Sardegna si arrivi a compromettere perfino la sussistenza», aggiunge Piana. Con la manovra finanziaria regionale 2025, attualmente in discussione in Consiglio Regionale, il Centro Studi Agricoli auspica un impegno concreto con misure e risorse straordinarie per il comparto agricolo e le altre attività produttive: «La Regione Sardegna deve chiedere al Governo Nazionale una drastica riduzione del carico fiscale sulle aziende agricole sarde, oltre a una sanatoria dei contributi INPS per le imprese agricole delle aree interne. Questi interventi sono fondamentali per rimettere in piedi le zone svantaggiate della Sardegna, insieme a una redistribuzione più equa del reddito agricolo lungo la filiera, alla semplificazione burocratica dei pagamenti della PAC, riducendo i tempi tra domanda e accredito, e a una gestione più efficiente delle risorse idriche per affrontare i cambiamenti climatici» conclude Piana.
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