S.A.
17:03
«Dazi, Sardegna e Toscana più a rischio»
Così il parlamentare sardo del PD della commissione Bilancio della Camera, Silvio Lai sui dati presentati alla X conferenza economica di CIA - agricoltori italiani sui dati di Nomisma: il Governo ancora non ha piani concreti per riequilibrare questo possibile danno

CAGLIARI - «Sardegna e Toscana sono le regioni destinate a soffrire di più sul fronte dell'export agroalimentare a causa dei dazi imposti dal presidente americano Donald Trump, che dovrebbero partire dal 2 aprile prossimo. Il problema è che il Governo ancora non ha piani concreti per riequilibrare questo possibile danno ma chiacchiera solo genericamente». Così il parlamentare sardo del PD della commissione Bilancio della Camera, Silvio Lai sui dati presentati alla X conferenza economica di CIA - agricoltori italiani sui dati di Nomisma.
«A quest’ora il governo non dovrebbe essere ancora in alto mare con le risposte da dare. Siamo in ritardo: non si può confidare nella speranza che l’Italia se la cavi per rapporti personali della premier o dire che la qualità dei prodotti consentirà di chiedere ai consumatori americani di pagarli il 25% in più. Mi pare davvero troppo poco e una reazione inadeguata a cose che tra 3 settimane diverranno realtà mentre invece dovrebbero essere già in stadio avanzato trattative di merito e contromisure da applicare visto l’esperienza pregressa del 2019. In quel contesto c’erano state risposte che andrebbero riprese e riproposte sia nel merito della selezione dei prodotti, ad esempio nel caseario erano stati esclusi prodotti a minore valore aggiunto o utilizzati per la elaborazione di ulteriori prodotti a livello locale, che nella reazione complessiva da organizzare in sede europea» prosegue Lai.
«Secondo i dati presentati la Regione più esposta ai nuovi dazi risulta essere la Sardegna, dove si produce oltre il 90% del Pecorino Romano Dop, il cui export agroalimentare finisce per il 49% negli Stati Uniti. E, giocoforza, ci finisce anche il 74% dell'export dei prodotti lattiero-caseari isolani. Al secondo posto per maggior "esposizione" negli Usa figura la Toscana, che ha negli Stati Uniti la meta del 28% del proprio export agroalimentare, con l'olio in pole position con il 42% e i vini con il 33% delle relative esportazioni. Ma la campagna dei dazi di Trump colpisce in particolare le esportazioni agroalimentari del Centro e Sud Italia. Per questo occorrerà un piano complessivo che compensi in regioni già deboli la riduzione dell’export che sarà il primo evidente effetto dei dazi dal 2 aprile prossimo. Mettere la testa sotto la sabbia come sembra fare il governo non funzionerà , meglio affrontare il problema e confidare su un sistema complessivo europeo che possa realizzare una difesa comune» conclude il parlamentare Pd.
Nella foto: Silvio Lai
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