Monica Chessa
8 marzo 2025
L'opinione di Monica Chessa
L´8 Marzo una presa di coscienza sulla distanza tra i generi
Eccoci qua, siamo all’otto Marzo anche quest’anno a contarci per vedere quante di noi siano soddisfatte, orgogliose dei successi, frutto di fatiche e impegni rivolti al conseguimento di tutti quegli obiettivi che mettono la donna alla pari dell’uomo, sullo stesso piano delle opportunità e dei diritti, in uno scenario presente che sia apprezzabile come un successo rispetto al passato. Ebbene dispiace ammetterlo, ma nonostante i grandi sforzi e i singoli primati raggiunti in campo, lavorativo, politico e sociale, siamo ancora molto indietro, lontane dall’orizzonte uguale ed equo per tutti. Questo giorno non solo, dunque, una festa, ma anche e soprattutto una presa di coscienza, la necessità di ripercorrere le battaglie passate per identificare con chiarezza quelle presenti. Difatti, sono numerose le sfide che ogni donna - in quanto donna - è chiamata ad affrontare nella società odierna per abbattere le barriere dello stereotipo di genere, per l’affermazione di sé stessa dal punto di vista professionale, pubblico e relazionale. Non è un mistero che tutt’oggi, a fronte di quanto già ottenuto, per le donne sia innegabilmente più difficile definirsi e crearsi uno spazio in contesti ancora permeati da preconcetti arcaici e disparitari, come posizioni di potere, incarichi di leadership e di coordinamento, esercizi in cui hanno rilevanza capacità logiche e decisionali.
Forse abbiamo timore a sostenerci a vicenda, non crediamo nelle nostre potenzialità, oppure siamo poco unite. Quando potremmo dimostrare il nostro valore e ci vengono dati gli strumenti per provarlo, restiamo ferme lasciando incolume il risultato che si dirige diritto verso il lato opposto al nostro, gli uomini. Una palese dimostrazione la diamo ogni volta che ci chiedono di essere fondamentali nelle scelte, quando dobbiamo esprimere il nostro consenso, anche con un voto segreto, puntualmente siamo sempre meno di quelle che dovrebbero esserci, una dimostrazione eclatante l’abbiamo data con l’ultimo tre a zero al Festival della canzone italiana. Avevamo il potere di decidere col televoto a chi assegnare il punteggio vincente, ma chissà perché sul podio non è arrivata nessuna di noi, non si può dire che non ci fossero canzoni o interpreti meritevoli tra le donne; eppure, non siamo state abbastanza unite da farci valere. Ebbene, non serve piangersi addosso, ma un po’di autocritica e di riassetto dei veri intenti bisogna farlo; pertanto, oggi festeggiamo e domani ci pensiamo. C’è tanta strada ancora da compiere e magari riusciremo a farla tutte insieme con lo stesso passo deciso ed elegante che ci distingue dal resto del mondo che senza di noi non esisterebbe.
Si, è proprio così, dobbiamo ripetercelo come un mantra in ogni momento e darci la forza per prevalere per sentirci una squadra imbattibile , quella delle donne che sanno interagire col sistema e promuovere con le proprie idee e l’instancabile determinazione uno sviluppo fatto di progresso e semplicità che ci porterà lontano, dove tutti potranno compiere i propri passi sulla stessa strada senza lasciare indietro nessuno, soprattutto i più deboli che saranno presi per mano e aiutati ad avere le stesse opportunità degli altri. Il vero rinnovamento sociale deve avere come punto di partenza una profonda modificazione culturale, in cui la donna si liberi dallo stigma di “angelo del focolare”, in cui su di lei non gravino più le responsabilità esclusive della presa in carico del nucleo familiare e domestico. Troppo a lungo le capacità razionali e decisionali delle donne sono state oscurate o fiaccate dallo stereotipo che identifica nella donna stessa il soggetto con una maggiore predisposizione all’accudimento e all’emotività. Proprio per tale ragione la data dell’8 Marzo, in un contesto sociale che spesso tende a dividere e a porre in competizione le donne, deve essere considerata un’occasione di coesione, di supporto reciproco, di solidarietà nella lotta per il mantenimento e per il conseguimento dei diritti e della parità di genere.
*Responsabile Regionale Dipartimento Pari Opportunità Lega Salvini Premier
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