S.A.
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Coniugi e parenti nei gruppi politici, Comandini: il divieto resta
Il Consiglio regionale della Sardegna non ha dato il via libera all’assunzione di mogli, conviventi more uxorio e parenti negli uffici dei gruppi politici. La dichiarazione del presidente del Consiglio regionale Piero Comandini
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CAGLIARI - Non cade il divieto di assunzione di coniugi e parenti stretti: il presidente del consiglio regionale, Piero Comandini precisa che nella Legge approvata dal Consiglio regionale “Modifiche e integrazioni alla legge regionale n. 2 del 2014 in materia di razionalizzazione e contenimento della spesa relativa al funzionamento degli organi statutari della Regione e modifiche alla legge regionale n. 20 del 2023 in materia di cessazione anticipata del personale dei gruppi consiliari”, «non è stata eliminata la previsione per cui il personale che opera presso i gruppi consiliari, sia nelle forme del comando che con contratto a tempo determinato, non possa essere coniuge o convivente more uxorio di uno dei consiglieri regionali in carica nella legislatura nella quale l’incarico è conferito, né avere con questi un grado di parentela o di affinità entro il quarto grado. Il divieto resta. La soppressione, prevista dalla lettera b del comma 7 dell’articolo 2 della legge appena approvata dall’Assemblea, è scaturita da un’esigenza di maggiore chiarezza normativa. La disposizione soppressa era, infatti, prevista in due commi diversi dello stesso articolo. Il divieto è ora contenuto unicamente nel comma 7 quinquies dell’articolo 9 della Legge regionale n. 2 del 2014, così come modificata dall’articolo 2, comma 8 della nuova legge, per cui sia i dipendenti in comando che quelli assunti a tempo determinato non possono essere coniugi o conviventi more uxorio di uno dei consiglieri regionali in carica nella legislatura nella quale l’incarico è conferito, né avere con questi un grado di parentela o di affinità entro il quarto grado».
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