Alguer.it
Notizie    Video    Alguer.cat   
NOTIZIE
SardegnaTurismo Alguer.it su YouTube Alguer.it su Facebook
Alguer.itnotiziesassariEconomiaPorto › Sardegna laboratorio del turismo nautico di domani
S.A. 12:25
Sardegna laboratorio del turismo nautico di domani
Si è concluso il progetto dell’Università di Sassari, “Osservazioni e analisi regionali dello yachting e dei porti turistici della Sardegna": oltre ai dati analitici della ricerca, emerge anche la proposta di una piattaforma digitale
Sardegna laboratorio del turismo nautico di domani

SASSARI – La Sardegna come laboratorio del turismo nautico di domani, dove rispetto per l’ambiente, attenzione ai bisogni del turista e valorizzazione delle eccellenze locali vanno di pari passo. Non è un miraggio bensì la concreta proposta progettuale che emerge dalla ricerca, appena conclusa, dell’Università di Sassari, “Osservazioni e analisi regionali dello yachting e dei porti turistici della Sardegna”. L’indagine, che in questi mesi ha fatto il punto della situazione sulla nautica da diporto e, al tempo stesso, ha tracciato i possibili sviluppi del comparto, è stata realizzata dal DISEA - Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università degli Studi di Sassari, in collaborazione con Federagenti, Capitaneria di Porto di Olbia, Capitaneria di Porto di Cagliari, finanziata da Regione Sardegna. Solo in Sardegna ci sono oltre 3.500 aziende attive nel comparto della nautica da diporto con utili al 2023 di circa 15 milioni di euro, eppure secondo i ricercatori, dati alla mano, si potrebbe fare molto di più. Sono state analizzate le oltre 100 strutture portuali dell’isola, in particolare le strutture ritenute idonee all’ospitalità degli yacht di dimensioni maggiori o uguali a 25 metri e sebbene la Sardegna presenti un numero rilevante di marine in grado di ospitare yacht di grandi dimensioni, la regione sconta l’assenza di un collegamento con le aree interne. Di conseguenza ciò non permette la nascita di una filiera economicamente vantaggiosa anche per i territori che ne potrebbero fruire, come superare questo gap?

Nello studio multidisciplinare, viene tracciata anche l’architettura di una rete, basata su tecnologie innovative come la blockchain, che potrebbe fornire servizi di varia natura, come ad esempio, mettere in contatto i produttori dell’agro alimentare, dell’artigianato artistico locale e i fornitori di servizi dedicati al turismo e al diportismo, presenti nei territori prossimi agli approdi, con gli addetti allo yachting. Insomma, l’idea è una piattaforma digitale in grado di integrare servizi marittimi e terrestri ma attenzione: non si tratta di creare soltanto un servizio tecnologicamente avanzato, bensì di mettere le persone, le loro storie e le loro passioni al centro dell’esperienza. La piattaforma diventa un ponte tra chi naviga e chi vive sulla terraferma, migliorando così l’esperienza del turismo nautico in Sardegna. Lo studio è stato incentrato da una parte sulla domanda, analizzando il numero e il tipo di yacht che hanno frequentato il Mediterraneo e quindi le coste sarde, dall’altra sull’offerta dei prodotti e servizi in disponibilità allo yachting, attraverso l’individuazione dei principali elementi che caratterizzano attualmente il paniere di offerta di beni e servizi locali. Per la realizzazione dello studio, è stato necessario creare, innanzitutto, una raccolta organizzata dei dati sui porti e marine al fine di individuare eventuali criticità e dare indicazioni in base all’analisi delle migliori pratiche in atto. È stata passata al vaglio dai ricercatori la serie storica dei dati sugli yacht presenti nel Mediterraneo in questi ultimi 10 anni, ovvero sono stati analizzati oltre 40 milioni di informazioni estrapolate da un servizio informativo nautico ufficiale per la localizzazione navale, “Marine Traffic”.

L’isola è stata contestualizzata nel contesto del Mediterraneo, dove il numero complessivo degli yacht presenti è passato dai 953 del 2015 ai 1.385 del 2024, il calo nel 2020, con soli 978 yacht, è legato alla diminuzione generale delle attività turistiche legate alla pandemia che in quell’anno ha colpito anche l’intero Mediterraneo. La crescita più importante si è registrata nel 2023, crescita dovuta soprattutto all’aumento degli yacht di più piccola taglia. Come per il turismo in generale in Sardegna, anche lo yachting rimane altamente legato alla sola stagione estiva, in particolare ai mesi di luglio e agosto. Interessante anche il confronto con le altre regioni del Mediterraneo come la Sicilia, la Costa Azzurra e le Baleari: rispetto a queste, la Sardegna offre infrastrutture moderne e specializzate, nonostante affronti sfide come la stagionalità e i costi elevati. L'analisi economico-aziendale condotta per il territorio della Sardegna ha esaminato le imprese operanti nei settori legati alla nautica, ovvero il settore economico del trasporto marittimo e della costruzione di navi e imbarcazioni, includendo inoltre il settore dei servizi di ristorazione situati nelle principali aree portuali dell'isola. Il totale degli utili dei tre settori economici osservati è di circa 15 milioni di euro per l’anno 2023. Il settore che ha contribuito maggiormente è quello dei servizi di ristorazione con circa 10 milioni di utili. Il trasporto marittimo e il settore della costruzione di navi e imbarcazioni hanno contribuito con circa 2,5 e 1,7 milioni di euro. In particolare, i cantieri navali hanno prodotto utili per 243.000 euro, rappresentando il 14% degli utili del settore della costruzione di navi ed imbarcazioni.

L’impatto ambientale della nautica e della nautica da diporto non è stato ignorato nello studio, un inventario delle emissioni prodotte da questo settore sarebbe infatti utile per procedere con la mitigazione, utilizzando sistemi sempre più efficienti, quali quelli ideati dalle recenti politiche di cold ironing nell’Isola, come viene evidenziato da vari studi relativi agli impatti della nautica, in cui si riscontra una riduzione maggiore dell'impatto ambientale con l'integrazione di sistemi totalmente elettrici. Considerazioni comparatistiche hanno evidenziato come l’ordinamento italiano, quello spagnolo quello francese e quello croato presentino dei modelli profondamente diversi in materia di portualità turistica sotto il profilo ambientale: caratteristica del modello francese è la significativa attenzione alla tutela dell’ambiente che trova similitudini solo con l’esperienza croata in ragione del forte legame presente in tale Paese tra porti turistici ed aree naturali protette. «Nel complesso, lo studio ha cercato di cogliere una visione olistica della tematica, che necessita di un aggiornamento continuo, fondamentale per sviluppare quell’economia della conoscenza utile a governare in maniera adeguata attività dinamiche come il settore della nautica da diporto. L’isola, pur presentando notevoli opportunità e punti di forza da sempre noti, soffre ancora di carenze di servizi e qualificazione soprattutto per i target elevati che ospita, purtroppo, nei soli mesi estivi - spiega la responsabile scientifica del progetto, la professoressa Brunella Brundu - mentre in realtà la Sardegna sarebbe matura per pianificare e realizzare un nuovo progetto in uno dei territori vocati che sappia rispettare ambiente e identità e che attragga anche un turismo di alta gamma». La fase finale del progetto ha previsto lo scorso novembre, presso l’Aula Magna dell’Università di Sassari, il Convegno “Porti turistici: asse fondamentale per il segmento dello yachting” a cui hanno partecipato ricercatori, professionisti e rappresentanti delle istituzioni e l’ultimo tassello sarà la consegna, tra poche settimane, di uno Studio finale per la Regione Sardegna, da condividere con gli amministratori e gli attori locali.



Hosting provider Aruba S.p.A. Via San Clemente, 53 - 24036 Ponte San Pietro (BG) P.IVA 01573850516 - C.F. 04552920482

La testata usufruisce del contributo della Regione Sardegna Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport
Legge regionale 13 aprile 2017 n. 5, art. 8 comma 13

© 2000-2025 Mediatica SRL - Alghero (SS)