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S.A. 10:53
Sit-in Coldiretti a Cagliari: situazione idrica grave
Oltre un centinaio di agricoltori e allevatori Coldiretti hanno voluto accendere i riflettori davanti alla Prefettura su un tema che continua a creare grandi preoccupazioni nel mondo delle campagne del sud Sardegna e non solo
Sit-in Coldiretti a Cagliari: situazione idrica grave

CAGLIARI - Interventi strutturali e mirati sul sistema idrico sono essenziali per garantire il futuro dell’agricoltura sarda, sempre più messa a dura prova dalla carenza d’acqua e dai cambiamenti climatici. Ristrutturare le reti, recuperare le acque reflue e costruire invasi dotati di sistemi di pompaggio sono solo alcuni degli interventi necessari per rendere efficiente il sistema, al pari di un piano invasi che preveda nuove interconnessioni tra bacini e interventi sulle dighe. Questi sono alcuni dei temi approdati sul tavolo del Prefetto di Cagliari, Giuseppe Castaldo e illustrati questa mattina dalla delegazione di Coldiretti Cagliari, guidata dal presidente e direttore, Giorgio Demurtas e Giuseppe Casu e dai suoi soci, a margine del sit-in organizzato dall’associazione. Oltre un centinaio di agricoltori e allevatori Coldiretti hanno voluto accendere i riflettori davanti alla Prefettura su un tema che continua a creare grandi preoccupazioni nel mondo delle campagne del sud Sardegna e non solo. L’incontro col Prefetto ha voluto portare all’attenzione di una delle massime cariche dello Stato in Sardegna, la difficile condizione che vivono gli agricoltori e allevatori dell’isola per una gestione idrica ancora gravemente deficitaria per la mancanza delle infrastrutture necessarie a garantire l’acqua, bene primario e prezioso non solo per le comunità locali ma anche per il mondo produttivo che si trova a affrontare un momento molto delicato in vista dei prossimi mesi caldi.

«Ringraziamo il Prefetto per averci incontrato tempestivamente - sottolinea il presidente Demurtas - ha accolto le richieste di Coldiretti e si è impegnato a sensibilizzare la Regione affinché venga convocato il tavolo di confronto tra le istituzioni che abbiamo proposto. Lo scorso anno 5.000 ettari di terra agricola sono stati sottratti alla produzione di cibo e la situazione non è migliorata. Le recenti piogge hanno dato sollievo ai bacini, ma i livelli rimangono critici - aggiunge Demurtas - la gestione idrica degli ultimi decenni è stata disastrosa. Non possiamo più vivere in emergenza: servono strategie per affrontare i cambiamenti climatici. La gestione idrica è stata catastrofica e per questo è necessario un tavolo interistituzionale con gli assessori regionali per trovare soluzioni concrete»". Secondo Giuseppe Casu, direttore di Coldiretti Cagliari, la situazione di crisi idrica che ha colpito il Cagliaritano non si è risolta con le recenti piogge. «Il rischio è grave: se non si interviene progressivamente, molte aziende smetteranno di produrre e chiuderanno con effetti immaginabili. Da un lato, sulle tavole dei consumatori verrebbero a mancare produzioni di pregio ma soprattutto rischieremmo che, con la chiusura delle aziende, si perdano presidi territoriali importanti che garantiscono occupazione e manutenzione territoriale - avverte Casu - lo scorso 23 gennaio abbiamo scritto agli assessori Piu e Satta chiedendo la convocazione di un tavolo per analizzare le proposte del Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale. Fino ad oggi, però, questo tavolo non è stato convocato».

Coldiretti chiede interventi strutturali e mirati, come la ristrutturazione delle reti idriche, il recupero delle acque reflue e la costruzione di nuove dighe. Inoltre, viene sottolineata l’importanza di rafforzare il ruolo dei Consorzi di Bonifica che hanno dimostrato la loro efficacia nel garantire l’irrigazione delle colture. Tanti gli agricoltori e allevatori presenti alla manifestazione. «Senza acqua non si vive nei territori e si perdono economie e aziende. Stiamo affrontando una grave carenza di manodopera e un aumento della povertà, soprattutto nel Sulcis - dice Massimo Impera, socio Coldiretti e sindaco di Santadi - i territori a vocazione agricola devono puntare sull’agricoltura come risorsa strategica per garantire sviluppo e occupazione - continua - è urgente l’irrigazione di soccorso per gli chi non riesce ad abbeverare il bestiame. Non possiamo più affidarci a soluzioni tampone come cisterne e autobotti ma dobbiamo puntare sul Consorzio di Bonifica, che è efficiente e capace di gestire al meglio le risorse idriche». Anche Carlo Pusceddu, agricoltore della Marmilla, ribadisce la difficoltà di programmare il futuro senza certezze: «Oggi non possiamo nemmeno decidere cosa coltivare: ordiniamo le piantine ma poi non sappiamo se avremo l’acqua necessaria. Questo significa un mancato reddito per noi agricoltori - ricorda - l’anno scorso, grazie all’80% dell’acqua concessa, le aziende sono riuscite a tirare avanti, ma la situazione per quest'anno è incerta». Infine Marcello Curreli, agricoltore di San Gavino chiosa: «La situazione in campagna resta difficile. Chi vive della propria azienda ha bisogno di acqua ma a oggi ci è stato comunicato che siamo esattamente nelle stesse condizioni dell’anno scorso. Questo significa ancora restrizioni e un’emergenza continua che penalizza il nostro lavoro - conclude - chiediamo un piano di prevenzione che permetta di affrontare queste criticità con maggiore efficacia, puntando sul recupero delle acque reflue e piovane per creare scorte idriche adeguate».
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