S.A.
22 gennaio 2025
Festival Etnia e Teatralità: nuovo appuntamento a Sassari
Sabato 25 gennaio alle 21 il CTS centro teatrale siciliano presenta lo spettacolo “Metamorfosi” di Nino Romeo liberamente ispirato all’opera di Publio Ovidio Nasone
SASSARI - Prosegue al Teatro Astra il “Festival Etnia e Teatralità” organizzato dalla Compagnia Teatro Sassari con il contributo della Regione, del Comune di Sassari e della Fondazione di Sardegna. Sabato 25 gennaio alle 21 il CTS centro teatrale siciliano presenta lo spettacolo “Metamorfosi” di Nino Romeo liberamente ispirato all’opera di Publio Ovidio Nasone con Graziana Maniscalco, Matilde Piana, Pietro Cucuzza, regia Nino Romeo musiche Carl Orff. In questo lavoro si fondono insieme tre pièce teatrali, tra loro collegate in uno spettacolo organico, ispirato a tre miti ovidiani: Eco e Narciso, Salmace e Ermafrodito, Procne e Filomela.
I primi due racconti hanno per protagonisti due adolescenti bellissimi ma refrattari alle passioni amorose. Ambedue sono attratti dalle fonti d’acqua: ed è in questi luoghi che si consuma il loro tragico destino. Il terzo mito scelto ha lo sviluppo della tragedia classica. Procne e Filomela, figlie di Pandione, re di Atene, sono legate, l’una all’altra, da un amore indissolubile che, però, viene sciolto dal padre quando, per ingraziarsi il potente re tracio Tereo, uomo rozzo e rude, gli dà in sposa la primogenita Procne.
Come spiega l’autore Nino Romeo «Ho riscritto il mito di Narciso, assecondando la narrazione poetica ovidiana. Il mito di Ermafrodito è affidato ad una narratrice che lo racconterà, dapprima, in modo colloquiale, quasi domestico; per poi virare in toni descrittivi che diverranno epici al momento della lotta tra i due sessi che, infine, si congiungono. Sarà la stessa Progne, ormai avanti negli anni, a raccontare la tragica storia sua e della sorella, mentre la muta Filomela sottolineerà con gesti e contrazioni mimiche lo strazio che, ancor oggi, prova a rievocare quei fatti. Non si tratta di esercizi di stile ma di declinazioni diverse nell’affrontare la contemporaneità del mito».
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