Cor
5 dicembre 2024
«Agricoltura, rischio pagamenti per 40 milioni»
L´allarme arriva anche da Coldiretti. Campagne e agricoltori sardi sempre più in affanno. Assessorato regionale incapace di fronteggiare il malumore crescente nelle campagne dell´Isola
CAGLIARI - Una procedura d’urgenza con deroghe temporanee per sbloccare le domande di aiuto legate alle superfici di pascolo riclassificate e un Tavolo tecnico per mettere a punto le soluzioni al problema. Sono le principali richieste che Coldiretti Sardegna rilancia con forza, alla luce delle criticità emerse sulle nuove Pratiche Locali Tradizionali (PLT) e l’utilizzo della carta dei suoli che stanno generando forti ritardi nei pagamenti, in particolare sulla Domanda Unica. L’obiettivo è permettere la liquidazione dei saldi PAC, indispensabili per garantire la liquidità alle aziende di allevamento sarde e che, a oggi, non hanno ancora ricevuto gli anticipi.
«Stiamo parlando di un’emergenza per le imprese che operano in particolare su aree marginali, già colpite dall’abbandono e dai recenti eventi calamitosi come siccità e maltempo - afferma il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu - ogni ritardo ulteriore od ostacolo mette in forte pericolo intere comunità rurali della Sardegna. Ecco perchè un intervento urgente è cruciale per tutelare i finanziamenti europei, soprattutto in un contesto in cui i fondi destinati agli anticipi, come emerso da un recente incontro con Argea, a oggi, risultano inferiori 40 milioni di euro, rispetto a quelli erogati nel 2023»".
Il problema principale riguarda la revisione delle superfici di pascolo tradizionalmente destinate a questa pratica dagli allevatori sardi. La nuova normativa ha portato alla riclassificazione di molte di queste aree come superfici boschive escludendole di fatto dai premi PAC. Tuttavia, queste aree, benché classificate come tali, sono utilizzate storicamente per il pascolamento degli animali e costituiscono una risorsa fondamentale per l’allevamento sardo.
«Non si può ignorare che gran parte delle aree riclassificate come bosco sono da sempre utilizzate dai pastori per il pascolamento - ricorda il direttore di Coldiretti Sardegna, Luca Saba - gli interventi normativi devono tener conto della realtà economica e culturale del nostro territorio, evitando di penalizzare le imprese che operano in contesti così difficili”. Secondo Saba, inoltre “si mette a rischio il naturale equilibrio dell’ecosistema tra uomo, animali e ambiente - precisa - ma anche la stessa salvaguardia del territorio con conseguente abbandono delle aree rurali con conseguenti rischi per il moltiplicarsi di eventi calamitosi come gli incendi»”.
Il problema non è nuovo. Lo scorso maggio, infatti, Coldiretti Sardegna aveva inviato già una lettera all’assessorato regionale dell’Agricoltura e ad Argea, sottolineando l’urgenza di affrontare la questione e proponendo soluzioni concrete. Tra queste, spicca la richiesta di una Unità di progetto, come già avvenuto con successo per la peste suina africana e una norma procedurale da proporre al ministero e che veda il coinvolgimento di enti pubblici, tecnici e scientifici che possano attestare e garantire per il Ministero e l'Unione europea, il reale pascolamenmto anche delle superfici boschive. A questo dovrà seguire una pressione della Regione Sardegna e tutti i parlamentari sardi affinché tale soluzione proposta dalla Sardegna possa essere immediatamente accettata.
|