Silvio Lai
20:47
L'opinione di Silvio Lai
In Sardegna i bambini caleranno del 36% in un decennio
Il rapporto Svimez 2024 racconta di un Paese che punta tutto sul PNRR per ridare slancio ad una ripresa che dopo la crisi Covid si manifesta a macchia di leopardo con un mezzogiorno che è appeso ad un filo: dopo la buona performance 2019-23 il sud rallenta inesorabilmente. Nel mentre il Governo si propone con una legge di bilancio antisud, con norme e iniziative che sono inutili se non dannose per il mezzogiorno.A partire dal fallimento della tanto proclamata ZES unica, dal ritardo che si registra nel mezzogiorno sull’avanzamento del PNRR, dalla crisi automotive che innerva il tessuto industriale del mezzogiorno. Ma è soprattutto l’universo giovanile a mandare i messaggi più drammatici che rivelano i danni del Governo: su tutte un drammatico degiovanimento (o invecchiamento) che pesa su mezzogiorno e centro Italia nel prossimi 10 anni, frutto non solo dei cambiamenti demografici ma anche di scelte politiche. Svimez sottolinea la crescita dell’emigrazione giovanile e intellettuale sud nord, stimolata anche da interventi sulla finanziaria 2025, e la sparizione di decontribuzione sud a cui si aggiungono gli effetti dei tagli sul fondo unico universitario che nelle università del mezzogiorno bloccherà la totalità delle assunzioni e l’abbandono al loro destino di migliaia di ricercatori anche assunti con il PNRR che dovranno spostarsi al nord o all’estero.
Per la Sardegna il quadro definito da Svimez coincide in parte con le altre regioni del mezzogiorno con tre distinzioni: in termini di aumento del PIL reale l’isola è terzultima: hanno fatto tutte meglio salvo la Basilicata e la Calabria. In secondo luogo le sarde sono quelle più a rischio nella desertificazione universitaria come è più fragile anche il tessuto industriale per il maggiore costo energetico e logistico. Infine il dato più eclatante è quello della crisi demografica che prevede che nell’arco di un decennio, al 2035, la popolazione di bambini si riduce del 22% medio in Italia e del 36% in Sardegna con effetti estremi sul sistema scolastico e universitario, oltre che sui costi sociali.
In tutte questi fattori di crisi l’insularità costituisce un aggravante, se non la causa, ed è per questo che al Governo va chiesto un tavolo straordinario che individui una strategia e degli impegni per colmare questo divario non solo in termini economici, con risorse di spesa corrente che non producono cambiamento ma con un progetto complessivo di scelte e opere complessive strategiche che i sardi devono mettere in campo. Se con il PNRR ci siamo proposti con 220 progetti invisibili, non possiamo sprecare l’occasione che ci viene data con le risorse europee e quelle provenienti dalla presente e futura vertenza entrate.
*Deputato PD della commissione bilancio della Camera dei Deputati
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