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Alguer.itnotiziealgheroOpinioniTrasportiTreni e idrogeno, il grande imbroglio
Enrico Muttoni 17:27
L'opinione di Enrico Muttoni
Treni e idrogeno, il grande imbroglio
<i>Treni e idrogeno, il grande imbroglio</i>

L’idrogeno è l’elemento più abbondante nell’Universo. La Regione Sardegna, tramite l’ARST, ha aggiudicato la gara per la fornitura di nuovi treni da immettere nella rete ferroviaria locale, oltre ad altri mezzi su gomma, a trazione elettrica. Come ormai tutti ripetono, senza aver compreso la questione, il motivo di questa scelta è la tutela dell’ambiente, da perseguire tramite la riduzione dell’anidride carbonica prodotta dai combustibili fossili. Prima di continuare, devo fare due considerazioni. La prima è che l’obiettivo di migliorare la situazione ambientale della Sardegna è un impresa assau ardua: come migliorare la puntualità dei treni giapponesi, una missione impossibile. Anche all’epoca dell’industrialìzzazione selvaggia, la nostra regione ha sempre avuto un clima invidiabile. Spazzate via le fabbriche e gli stabilimenti, l’impatto ambientale è cessato, i prelievi di acqua dolce pure, e per un eccesso di generosità il ritmo della crisi demografica si à accentuato. In quale modo e medianta quali parametri i tecnici pensano di misurare il tanto perseguito miglioramento ambientale? Diminuire l’immissione di CO2 è per noi sardi umoristico e beffardo, dato che il resto del mondo se ne infischia. La seconda è che la sensazione che si prova nel leggere la notizia dell’aggiudicazione della gara è che quest’ultima sia una sceneggiata, allestita per soddisfare le norme riguardanti gli appalti. Si fa strada l’ipotesi che la scelta dell’idrogeno sia stata fatta allo scopo di eliminare gran parte dei portatori di interesse per la realizzazione, tranne uno. L’idrogeno, dunque. Un gas che non esiste libero sulla Terra, aggressivo, pertanto pericoloso, non facile da maneggiare. L’unico vantaggio che dà è quello di produrre energia combinandosi con l’ossigeno, dando come residuo acqua. In compenso presenta per il suo utilizzo alcune difficoltà. Va prodotto per elettrolisi dell’acqua (distillata o comunque con pochissime impurità). Non è pertanto una fonte di energia, ma solo un modo per utilizzarla; come il vapore delle locomotive, che infatti bruciavano carbone. Per produrre idrogeno c’è bisogno di energia elettrica, e la domanda sorge spontanea: a questo punto, non è meglio rendere elettrico il treno, senza passare per l’idrogeno? Per fare l’idrogeno ci vuole l’acqua, e un impianto industriale per produrlo. Che dovrebbe sorgere in località Mamuntanas, vicino Alghero. Vuol dire che l’autonomia del veicolo sarà limitata dal rifornitore, così decentrato. Non solo la rete ferroviaria prevista per il nord Sardegna verrebbe così a essere composta da vetture a gasolio, elettriche e ad idrogeno. Mandando così in malora tutti i vantaggi derivanti dalla standardizzazione di materiali e mezzi, che dovrebbero essere utilizzabili sull'intera rete. Si corre il rischio invece di avere un parco rotabile simile al parco macchine dei Carabinieri, francamente ridicolo. Il sistema ad idrogeno pone infine il problema dei tecnici da adibire alla manutenzione: chi li formerà e dove? La conclusione, amarissima, è che i fondi pubblici continuano ad essere bruciati in iniziative quantomai aleatorie, con il pretesto della crisi climatica, e della riduzione della immissione della CO2 che ne sarebbe la causa. Perpetuando il grande imbroglio: si adottano iniziative perché ci sono i soldi, e non si chiedono i soldi perché ci sono le idee.

*Enrico Muttoni
8:43
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