S.A.
14 novembre 2024
A Sassari primo prelievo a cuore fermo
In Aou realizzata la seconda donazione multiorgano nell´arco di un mese con la procedura a cuore fermo. La sinergia tra team specializzati, attesta l´eccellenza degli operatori sassaresi in questo complesso intervento
SASSARI - A Sassari il primo prelievo di cuore con la procedura del "cuore fermo" realizzato in Sardegna. E' stato effettuato tra il 12 e il 13 novembre, nelle sale operatorie al quarto piano del Santissima Annunziata, grazie alle volontà espresse in vita da un paziente di 59 anni deceduto nella Rianimazione del Civile. In contemporanea sono stati effettuati anche i prelievi di fegato e delle cornee. A un mese dal primo prelievo multiorgano a cuore fermo (era il 12 ottobre quando venivano prelevati reni, fegato e cornee da un 65enne deceduto in Rianimazione), Sassari replica con una nuova e importante donazione multiorgano che potrà garantire la vita ad almeno due pazienti in lista d'attesa per un trapianto d'organo.
«Questo risultato - Antonio Lorenzo Spano, direttore generale dell'Aou di Sassari - è il frutto dell’impegno e della straordinaria professionalità delle nostre équipe, che lavorano in perfetta sinergia per garantire una donazione sicura e rispettosa. Un sentito grazie va al donatore e alla sua famiglia per questo gesto di generosità straordinaria». La complessità di questo prelievo a cuore fermo, durato diverse ore, ha richiesto competenze e preparazione elevatissime. È un risultato che mette l’Aou di Sassari tra le poche realtà italiane all’avanguardia, come Veneto, Emilia Romagna e Lombardia. «L'eccezionalità dell'intervento – ha aggiunto Paola Murgia, coordinatrice locale dei trapianti e responsabile del Coordinamento ospedaliero procurement dell'Aou di Sassari –, che ha un altissimo risvolto umano, è consistita nell'aver potuto prelevare, oltre al fegato, anche il cuore dopo i 20 minuti di elettrocardiogramma piatto previsti dalla legge. «Il cuore, dopo l'arresto, una volta perfuso con l'ECMO ha ripreso l'attività contrattile, dimostrando di essere in condizioni ottimali per essere trapianto. La complessa procedura ha visto lavorare in sala operatoria più equipe mediche per perfondere gli organi, prelevarli e poi effettuare il trapianto».
Il lavoro - come sottolineato - è frutto di una stretta sinergia tra equipe diverse. L'attività multidisciplinare, infatti, ha coinvolto la Terapia intensiva del Santissima Annunziata guidata dal dottor Leonardo Bianciardi e ha visto operare a stretto contatto gli specialisti Ecmo con il medico intensivista la dottoressa Stefania Milia quindi i cardiochirurghi e i perfusionisti guidati da Michele Portoghese, i cardioanestesisti guidati dal dottore Andrea Balata, gli infermieri di sala operatoria, quindi gli specialisti del laboratorio analisi diretto da Angela Bitti, la Microbiologia e virologia del professor Salvatore Rubino, il Centro trasfusionale diretto dal dottor Pietro Manca, la Radiologia diretta dal professor Salvatore Masala, gli oculisti della Clinica diretta dal professor Antonio Pinna e l'Anatomia patologica diretta dal professor Antonio Cossu. A questi si aggiunge anche la struttura di Qualità, Accreditamento, Clinical Governance, Risk Management diretta dal dottor Roberto Foddanu.
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