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15 ottobre 2024
San Michele, via l´ultimo gesuita
Il coordinamento di Sardenya i Llibertat composto da Salvatore Scala, Carlo Sechi, Luigi Addis e Sergio Floris sottolinea come la chiesa di San Michele, Patrono della città, sia ancora chiusa
ALGHERO - La chiesa di san Michele di Alghero ha un legame con la Compagnia di Gesù (ordine religioso fondato da sant’Ignazio di Loyola) che dura da centinaia di anni. L’arrivo dei gesuiti ad Alghero, sostenuto con entusiasmo dalla popolazione, fu il risultato della collaborazione tra le autorità civili e quelle religiose, conseguente a un lascito del canonico Gavino Çarrovira, rimpinguato successivamente da un generoso lascito del capitano algherese Geronimo Ferret. La presenza in città dei religiosi della Compagnia di Gesù, ripetutamente sollecitata dalle autorità civili venne ottenuta grazie all’intervento del vescovo Andreu Baccallar.
Dopo la terribile epidemia di peste del 1582-1583 che aveva falcidiato la popolazione algherese, nel 1584 giunsero ad Alghero i primi padri gesuiti i quali si stabilirono a san Michele, donata alla Compagnia dal vescovo per agevolare l’insediamento della comunità. Una chiesa prestigiosa in quanto, provvisoriamente dalla metà del XVI secolo, fungeva da cattedrale in attesa della realizzazione di quella definitiva di Santa Maria. Nel 1588 i padri gesuiti avviarono il progetto del Collegio - Col·lègia - con scuole pubbliche per la città. In piazza di san Michele, prospiciente la chiesa medesima, presumibilmente nel XVI secolo, vennero realizzate delle opere funzionali all’Azienda agricola gesuitica, successivamente adibite ad abitazioni e laboratori, mentre l’attuale chiesa di san Michele è stata realizzata tra il 1661 e il 1675 con l’annesso collegio. Nella prima metà del XIX secolo tali manufatti vennero prima demoliti e poi ricostruiti per essere destinati a case di civile abitazione e attività artigianali, distrutti nel maggio del ‘43 da un bombardamento aereo Alleato.
San Michele - Col·lègia per gli algheresi di un tempo - si affermò come punto di riferimento per la religiosità popolare e quale fattore di crescita culturale per tutta la popolazione e di formazione delle classi dirigenti, radicandosi in tal modo sempre più in città. In seguito alla legge di soppressione degli ordini religiosi del 1855 i padri gesuiti abbandonarono la città, il Collegio venne chiuso mentre i locali e gli altri ambienti di pertinenza vennero trasformati in caserma. Ma questo è un lontano passato. Nel 1950 il ritorno della Compagnia di Gesù ad Alghero, fu promosso con grande dedizione dal padre gesuita Giacomo Bacigalupo, sostenuto e autorizzato dal vescovo di allora mons. Adolfo Ciuchini. In tal modo i padri della Compagnia di Gesù poterono rientrare nella disponibilità della chiesa di san Michele, della casa per l’abitazione e dei locali attigui di pertinenza con grande soddisfazione delle autorità cittadine e le manifestazioni di affetto della popolazione algherese.
Riprendono così dopo una lunga interruzione l’opera di apostolato, la preziosa missione educativa e formativa nei confronti dei tanti giovani della città. Qui hanno potuto operare gruppi giovanili, gruppi sportivi, le scolte e gli scout, diverse servizi e attività culturali quali la biblioteca, il teatro, la musica, il canto polifonico, il cinema e il cineforum, organizzazioni ambientaliste, attività sociali di fondamentale importanza quali il Centro di ascolto e l’Associazione Primavera. Ora che anche l’ultimo gesuita ha lasciato la chiesa di san Michele per raggiunti limiti di età la comunità gesuitica cessa ancora una volta la sua opera in città. A tutti questi padri che si sono avvicendati nel corso degli anni dobbiamo gratitudine e riconoscenza per la preziosa opera svolta.
La festa del Santo Patrono di Alghero è ormai trascorsa da alcuni giorni, ma la chiesa di san Michele rimane chiusa nonostante la piazzetta omonima sia stata recentemente riqualificata (l’unica nel Centro storico completamente libera da pedane e tavolini) e i lavori di rifacimento della facciata siano stati completati da diversi mesi. È stata ripristinata la processione dopo una lunga interruzione, è stato proposto un nutrito programma di festeggiamenti, ma rimane un interrogativo che cittadini e fedeli si sono posti e che noi abbiamo raccolto in una forma di riflessione pubblica: “Potremo assistere alla riapertura della chiesa di san Michele in tempi brevi?”
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