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S.A. 18 settembre 2024
Fanalino di coda: 32 mln in formazione nelle aziende sarde
L’investimento totale per questi percorsi nell’Isola è stato di oltre 32milioni di euro, di cui 8 di finanziamento diretto da parte delle aziende. Il costo per ogni singolo allievo formato è stato di 466 euro, di cui 118 a carico dell’impresa interessata, dato che pone la nostra regione all’ultimo posto della classifica come investimento pro-addetto
Fanalino di coda: 32 mln in formazione nelle aziende sarde

CAGLIARI - Sono 2.304 le piccole medie imprese sarde che hanno effettuato attività di formazione coinvolgendo 33.500 addetti. L’investimento totale per questi percorsi nell’Isola è stato di oltre 32milioni di euro, di cui 8 di finanziamento diretto da parte delle aziende. Il costo per ogni singolo allievo formato è stato di 466 euro, di cui 118 a carico dell’impresa interessata, dato che pone la nostra regione all’ultimo posto della classifica come investimento pro-addetto: la prima è la Campania con 1.264 euro per addetto e la seconda è la Basilicata con 1.217 euro contro una media nazionale di 846 euro. Sono questi i dati principali dell’analisi sulla “Formazione del personale nelle imprese”, realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, su dati ISTAT 2020, che ha preso in considerazione attività produttive sarde con più di 10 addetti.

«La formazione continua nelle piccole e medie imprese è fondamentale per mantenere competitività e innovazione nel mercato attuale – commenta Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna - investire nello sviluppo delle competenze dei dipendenti non solo migliora l'efficienza e la produttività aziendale, ma favorisce anche la soddisfazione e la fidelizzazione del personale”. “Un team ben formato – aggiunge il Presidente - è in grado di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato e di rispondere efficacemente alle esigenze dei clienti, contribuendo così alla crescita e al successo a lungo termine dell'azienda». Tra le tipologie di attività formativa scelta il 57,1% delle aziende ha scelto quella “on the job” mentre il 53,6% ha optato per l’attività corsuale in aula. Il 77,4% delle imprese ha optato per corsi organizzati da enti esterni mentre il 56,6% ha scelto l’autoformazione, ossia percorsi progettati e gestiti prevalentemente dall’impresa. L’87,2% delle imprese isolane ha provveduto a valutare autonomamente la necessità di fabbisogno.

Tra i formati il 32,2% sono addetti e operai, il 40,5% impiegati, il 59,8% dirigenti e il 21,6% imprenditori, titolari e soci. Altre recenti indagini, dimostrano come per l’82% delle piccole e medie imprese come sia molto importante per il proprio modello aziendale disporre di lavoratori con le giuste competenze. «Questi numeri, anche se fortemente condizionati dalle restrizioni del periodo Covid (2020) – prosegue Daniele Serra, Segretario Regionale di Confartigianato Sardegna - dimostrano come la formazione sia fonte inesauribile di specializzazione professionale, a sua volta presupposto dell’efficienza produttiva. Ha quindi un ruolo determinante nell’aumentare la competitività e il know-how complessivo dell’azienda in un mercato sempre più concorrenziale”. “Ma non tutte le aziende hanno le stesse risorse e gli stessi obiettivi – sottolinea il Segretario - per questo è importante costruire un modello di formazione adatto alle esigenze specifiche di ognuna. E Confartigianato in Sardegna, attraverso i sui enti formativi territoriali, è pronta a soddisfare qualsiasi necessità di crescita professionale delle imprese».

A dimostrazione di come gli investimenti in formazione non siano mai sufficienti, ci sono i dati sulla mancanza di personale adeguatamente preparato. I lavoratori qualificati, infatti, sono sempre più difficili da trovare anche in Sardegna. Nel 2023 le imprese sarde non sono riuscite a reperire il 42% della manodopera necessaria, pari a 64.170 posti rimasti scoperti. Le cose sono andate peggio per le piccole realtà che hanno avuto difficoltà ad assumere il 42,9% del personale (48.030 lavoratori), e per gli artigiani la cui quota di lavoratori introvabili è arrivata al 50,7% (8.170 addetti). «La scarsità di personale con le giuste competenze frena soprattutto le transizioni ecologia e digitale ed è indicato come il problema più grave dal 58,1% delle Pmi della nostra regione, a fronte del 54,1% della media delle Pmi dell’Ue – rimarcano Meloni e Serra – per le nostre aziende la difficoltà a trovare lavoratori qualificati supera di gran lunga i problemi della burocrazia, dell’accesso al credito, della concorrenza sleale». «Anche nelle micro e piccole realtà è necessario fare formazione – concludono Presidente e Segretario – la carenza di formazione ha contribuito a bloccare l’economia. Il ritardo nel trovare le persone adatte da assumere ha generato costi enormi: alle piccole imprese isolane questo gap è costato oltre 206 milioni di euro».



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