S.A.
5 settembre 2024
Lingua Blu dilaga: vertice urgente in Regione
Lo ha chiesto il presidente di Confagricoltura Sardegna, Paolo Mele, in una lettera inviata agli assessori della Sanità, Armando Bartolazzi, e dell’Agricoltura, Gian Franco Satta a seguito della recrudescenza dell´epidemia in Sardegna
CAGLIARI - «Vista la recrudescenza dell’epidemia della Lingua blu che sta interessando gran parte dei territori della Sardegna, chiediamo la convocazione di un incontro urgente per conoscere le dimensioni del fenomeno e, in particolare, l’andamento e la diffusione del virus, quali sierotipi a oggi sono stati isolati, quanti allevamenti e capi coinvolti e quali sono i rischi e le prescrizioni per la movimentazione dei bovini e degli stessi ovini». Lo ha messo nero su bianco il presidente di Confagricoltura Sardegna, Paolo Mele, in una lettera inviata agli assessori della Sanità, Armando Bartolazzi, e dell’Agricoltura, Gian Franco Satta. Il presidente regionale dell’associazione di categoria agricola ha chiesto, inoltre, «di conoscere quale è a oggi l’andamento della profilassi vaccinale sui sierotipi 4 e 8 della Blue tongue e quale strategia si intende mettere in atto per il controllo della diffusione del sierotipo 3» su cui non esistono vaccini idonei in disponibilità dei servizi veterinari regionali. Sul piano delle conseguenze che il dilagare della malattia sta causando alle aziende, Mele ha osservato: «Poiché le segnalazioni che giungono dai territori evidenziano una variegata tipologia di danni, con prevalenza di quelli indiretti rispetto a quelli diretti, che hanno caratterizzato le precedenti ondate epidemiche, chiediamo all’assessore Satta se si stanno facendo le opportune valutazioni per l’adeguamento del regime di aiuti a sostegno delle aziende interessate». Tra i danni, oltre alla morte dei capi che si raggiunge nei casi estremi del contagio, si segnala un aumento degli aborti nelle pecore ormai prossime alla stagione dei parti. Se questi danni venissero confermati da un approfondito report scientifico, le aziende ovicaprine avrebbero un doppio danno: la perdita dell’agnello e quindi quella della produzione del latte per il capo interessato nella stagione 2024-25.
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