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S.A. 30 agosto 2024
In Sardegna nel 2023 252,8 anziani ogni 100 giovani
Un appello della Uil Pensionati della Sardegna alla Giunta regionale sulla necessità di politiche adeguate per le persone anziane
In Sardegna nel 2023 252,8 anziani ogni 100 giovani

CAGLIARI - «La trasformazione demografica in Sardegna connessa all’accelerazione dell’invecchiamento della popolazione, ai dati sulla progressiva crescita delle malattie croniche semplici e quelle complesse ed avanzate, sulla non autosufficienza, sulla povertà, sul disagio sociale, richiede il proseguo del confronto che porti a risultati tangibili recuperando, nel breve e medio termine, innovazione ed inclusione, valori fondamentali del nostro “sistema sociosanitario». Lo sostiene la Uil Pensionati della Sardegna, che ripropone con forza alla Giunta regionale guidata dalla presidente Alessandra Todde la questione della situazione della popolazione anziana.

«Nell’incontro con la Giunta si sono affrontati alcuni temi “definiti essenziali” ma altri sono stati trascurati – evidenzia il segretario generale della UilP Rinaldo Mereu -. La Uilpensionati chiede l’apertura di un tavolo ad hoc per le tematiche della popolazione anziana». Per la UILP è necessario accelerare sulla sanità territoriale e sui progetti di presa in carico dei pazienti anziani e definire un progetto innovativo di assistenza domiciliare per la terza età. «Si tratta, nello spirito del modello di buone pratiche, di proseguire il confronto per definire alcune azioni che, nel sostenere la transizione strategicamente definita, evidenzino concretamente, già da subito, la percezione del miglioramento dell’integrazione tra ospedale (che ha bisogno di una sempre maggiore specializzazione) e il territorio (che ha bisogno di offrire migliore prossimità) - spiega Mereu. - È fondamentale proseguire il cammino di integrazione e non si può attendere il giugno 2026 (data fissata dal PNRR) per vedere miglioramenti».

Secondo il sindacato dei pensionati sardi un banco di prova per la nuova Giunta è l’opportunità della «realizzazione di una funzionale rete territoriale delle Casa di Comunità, che rappresenta un punto fondamentale della possibile azione riformatrice della Regione (unitamente alla strutturazione degli Ospedali di Comunità, dell’integrazione socio-sanitaria, al nuovo ruolo dei consultori, alla prossimità della cura e domiciliarità così come definito dal PNRR e DM77/22). Il territorio, inteso come ambito sanitario e sociosanitario, è il centro dove sviluppare i maggiori impegni organizzativi ed innovativi finalizzati ad ottenere tangibili ricadute positive anche sulla rete ospedaliera e sulla cura del paziente – aggiunge Mereu -. Bisogna garantire una opportuna rete territoriale dove si applichino modelli organizzativi e funzionali, a partire dal rapporto con l’istituzione delle COT (Centrali Operative Territoriali) e degli ospedali di comunità superando eventuali criticità come il tema delle prenotazioni e delle visite specialistiche».



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