S.A.
9 agosto 2024
A don Gaetano Galia il Candeliere d’oro speciale
Cappellano del carcere di Bancali, è il referente della Pastorale penitenziaria in Sardegna. Con il Candeliere d’oro speciale si riconosce l’opera meritoria di chi, col proprio operato, ha dato lustro e benemerenza a Sassari e alla Sardegna in campo sociale, culturale, politico, artistico, economico, scientifico, sportivo o in attività mirate alla promozione della pace e del progresso
SASSARI - «Ha svolto un lavoro prezioso per la nostra città, diventando imprescindibile punto di riferimento per i singoli, per i gruppi, per le associazioni e per le istituzioni del territorio. Guardando in controluce la sua vita, si può scorgere la somma di molte vite: quelle dei tanti sassaresi e non a cui ha teso una mano, aiutandoli a rialzarsi da una condizione di disagio verso una vita piena e indipendente. Tra di essi molti detenuti ed ex detenuti». È la motivazione con cui la commissione per il conferimento del “Candeliere d’oro speciale”, presieduta dal sindaco Giuseppe Mascia, ha deciso di assegnare il prestigioso riconoscimento a don Gaetano Galia. Originario di Arborea, 64 anni, salesiano, psicopedagogista, il sacerdote ed ex insegnante è da moltissimi anni a Sassari, dove opera con grande passione e profonda competenza di formazione, consulenza pedagogica e prevenzione. Cappellano del carcere di Bancali, è il referente della Pastorale penitenziaria in Sardegna.
Il suo impegno accanto a chi rischia di finire ai margini è iniziato negli anni Novanta a Latte Dolce, dove ha lavorato per offrire a molti giovani un’alternativa alla devianza. Dal 1998 è a capo di un progetto di accoglienza residenziale e semiresidenziale per minori in situazioni di marginalità, di devianza o a rischio di esclusione sociale. Oggi l’associazione si è evoluta in un organismo in cui convivono la cooperativa sociale “Il sogno”, che accoglie minori in difficoltà, la cooperativa “Differenze”, che promuove l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, il Cospes, il Centro di orientamento scolastico professionale e sociale salesiano, e la Comunità di accoglienza “Don Graziano Muntoni”, che si occupa di detenuti in misura alternativa alla detenzione. Considerato un prete di strada, ha scelto di dedicarsi ai giovani più difficili, applicando i valori propri della pastorale educativa di don Giovanni Bosco. Tra le sue straordinarie capacità, che gli sono riconosciute unanimemente, c’è quella di saper attivare un forte sistema di rete, coinvolgendo nella attività di prevenzione e di educazione enti, servizi e istituzioni cui sono affidati gli stessi obiettivi. Secondo lui «l’educatore vero è quello che lavora per dare competenze trasversali di autonomia».
Con il Candeliere d’oro speciale si riconosce l’opera meritoria di chi, col proprio operato, ha dato lustro e benemerenza a Sassari e alla Sardegna in campo sociale, culturale, politico, artistico, economico, scientifico, sportivo o in attività mirate alla promozione della pace e del progresso. Della commissione che ha individuato in don Gaetano Galia la personalità da premiare quest’anno fanno parte il sindaco Giuseppe Mascia, che la presiede, l’assessora della Cultura, Nicoletta Puggioni, il presidente dell’Intergremio, Fabio Madau, il dirigente del settore Cultura, Alberto Mura, lo storico e scrittore Antonello Mattone, già componente della Commissione storica della Faradda, lo storico e scrittore Paolo Cau, già direttore dell’Archivio storico comunale, e Cosimo Filigheddu, giornalista, scrittore, drammaturgo e cultore della storia locale. «Don Gateano dà tutto se stesso senza chiedere nulla in cambio», afferma il sindaco Mascia. «Come sindaco considero un grande onore potergli attribuire questo riconoscimento a nome di tutta la comunità per la quale ha sempre fatto e continuerà a fare tantissimo», aggiunge il primo cittadino. «Passando in rassegna l’elenco di chi ha ricevuto in passato questo riconoscimento sono rimasto molto sorpreso, mi sembra di non farci niente», si schernisce don Gaetano senza però nascondere la grande emozione. «Sono contento, credo che questa scelta voglia valorizzare un’idea di fondo – spiega – ossia di quanto sia necessario e prioritario prestare la nostra attenzione verso gli ultimi e i bisognosi». Un comune punto di vista, osserva il sacerdote, «che ci porterà a lavorare assieme all’amministrazione per far fronte alle necessità emergenti nella nostra comunità».
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