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Cor 6 agosto 2024
«Peste suina, si rafforzi cordone sanitario»
Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Sardegna, Paolo Mele, nel ricordare che la nostra Isola solo dal 2019, e dopo una serie di restrizioni e di politiche di eradicazione assai serrate, si è liberata da quarant’anni di malattia
«Peste suina, si rafforzi cordone sanitario»

CAGLIARI - «Affinché non riparta in Sardegna la malattia, il governo nazionale rafforzi il cordone sanitario, su animali e carni in uscita, dalle aree infette da Peste suina africana (PSA) nel nord Italia. Il quadro epidemiologico di questi ultimi giorni, con i nuovi focolai tra Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, deve portare la task force della sanità animale nazionale ai massimi livelli di allerta. I controlli vanno fatti subito e bene, soprattutto dove sta dilagando il terribile virus dei suini e non solo a campione nei nostri porti e aeroporti, dove oggi transitano decine di migliaia di passeggeri, rendendo quasi impossibile la buona riuscita delle verifiche nei check point sanitari».

Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Sardegna, Paolo Mele, nel ricordare che la nostra Isola solo dal 2019, e dopo una serie di restrizioni e di politiche di eradicazione assai serrate, si è liberata da quarant’anni di malattia. Dal 1978 infatti la Sardegna è stata la patria nel vecchio Continente del genotipo 1 della PSA nei maiali e nei cinghiali, mentre da alcuni anni, in buona parte dell’Europa centro orientale, dell’Asia e in ben otto regioni della penisola, dilaga tra domestici e selvatici il genotipo 2: molto più aggressivo e virulento della prima variante. Negli ultimi dieci giorni sono otto i focolai registrati negli allevamenti del nord Italia, così come sono altrettante le regioni dove si trova la malattia: Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania e Calabria.

«Se da un lato - ha proseguito Mele - è fondamentale contenere il virus nelle zone colpite, è altrettanto importante avviare campagne di formazione e informazione per veterinari e allevatori. Si deve, infatti, conoscere bene la malattia e tutte le buone pratiche di biosicurezza necessarie per evitare la circolazione della PSA e quindi il contenimento della sua diffusione nelle campagne e negli allevamenti. Al contempo è irrinunciabile un’azione veterinaria coordinata su base nazionale e con i territori infetti o ancora non interessati dalla malattia. Sono questi gli accorgimenti fondamentali per limitare il rischio di riavere la Peste suina africana in Sardegna», ha concluso Mele
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