S.A.
22 luglio 2024
«Serve una rivoluzione nel verde urbano»
Emmanuele Farris, docente di Botanica presso l’Università degli Studi di Sassari e presidente pro tempore della sezione sarda della Società Botanica Italiana ritorna sulla gestione e cura del verde urbano nel territorio, all´indomani del crollo dell´albero in centro ad Alghero
ALGHERO - I recenti fatti accaduti nel contesto urbano della città di Alghero, ed in particolare il collasso di un grosso ramo di olmo in Via Sassari nei giorni scorsi, hanno riproposto all’opinione pubblica l’annoso problema della gestione del verde urbano. E’ assodato che molte alberature stradali della città versino in condizioni precarie, ma è bene sottolineare che i problemi strutturali della piante sono il risultato dell’allevamento, della crescita e della manutenzione dei singoli individui. Così evidenzia Emmanuele Farris, docente di Botanica presso l’Università degli Studi di Sassari e presidente pro tempore della sezione sarda della Società Botanica Italiana che punta il dito in primis sulle potature: «tra le principali concause di deperimento delle piante in ambito urbano le potature irrazionali giocano un ruolo fondamentale, soprattutto quelle pesanti o addirittura pesantissime (con capitozzature della chioma e asportazione del 70% della stessa): la presenza di grosse ferite a seguito dei tagli aumenta infatti considerevolmente la probabilità di attacchi entomatici o infezioni patologiche con conseguenti marciumi e carie, oltre a innescare una risposta vegetativa della pianta con emissione di polloni e succhioni mal inseriti nella struttura dell’albero (e come tali instabili dal punto di vista meccanico). Il mantenimento di una struttura armonica della chioma, indispensabile in un contesto urbano, richiede pertanto un programma di potature (razionali) e di controllo che ad iniziare dalle fasi di allevamento, prosegua per l’intero ciclo di vita della pianta».
«Con questo non si intende criminalizzare la potatura delle piante in ambito urbano, necessarie per questioni di decoro e di sicurezza, ma questi interventi devono essere eseguiti razionalmente previa una attenta e sistematica valutazione dello stato fitosanitario; a questo proposito la bibliografia scientifica suggerisce come primo approccio la VTA (Visual Tree Assessment) ovvero la valutazione visiva della stabilità dell’albero, che consente di mettere in evidenza danni o problemi agli apparati radicali, fessurazioni e carie nel tronco e nelle branche, presenza di legno morto, cancri o strutture anomale della pianta, che nel tempo potrebbero causare schianti o rotture improvvise.
Da tempo segnaliamo l'urgenza di un cambio di approccio, un cambio culturale nel rapporto con il verde urbano e periurbano: gli alberi non sono pali ma esseri viventi, il verde nel suo complesso non è un complemento d'arredo ma una infrastruttura essenziale per il benessere di chi vive in città, al pari delle infrastrutture stradali, fognarie, informatiche, etc., perché oltre a produrre ossigeno, contrasta l’isola di calore urbana, l’inquinamento atmosferico e acustico, migliora l’estetica e la vivibilità delle aree urbane, costituisce luogo e opportunità di interazione e inclusione nella comunità» spiega Farris.
Il monito è rivolto alla Amministrazione comunale recentemente insediatasi: «segnaliamo alla nuova amministrazione che la gestione del verde urbano necessita di un cambio deciso, ad iniziare dal ripristino delle aiuole stradali nel tempo obliterate da parcheggi o altri usi impropri, messa a dimora di nuovi alberi nelle numerose aiuole vuote e "liberazione" di quelli esistenti dal collare in cemento che nel tempo danneggia le piante proprio nella delicata porzione anatomica tra apparato radicale e fusto: su questo l'anno scorso la sezione Sarda della Società Botanica Italiana aveva rivolto un appello alle amministrazioni comunali senza ricevere nessun riscontro. Aggiungiamo la necessità di un chiaro orientamento gestionale delle aree verdi, distinguendo i parchi urbani dalle aree verdi che alla fruizione ricreativa e turistica uniscono elevati livelli di biodiversità, prima fra tutte la pineta (sarebbe più corretto parlare di sistema dunale) di Maria Pia. L'immagine allegata evidenzia come si fatichi, con l'attuale regime gestionale, a comprendere che gli alberi non sono pali e la pineta non è un parco giochi: cartelli affissi con chiodi su alberi di per sé vetusti, nuovi giochi posizionati con profonde escavazioni nel substrato sabbioso, un sovrautilizzo della pineta evidentemente non sostenibile, come denunciano gli apparati radicali dei pini per lo più esposti ed uno strato organico del suolo (lettiera) ormai quasi scomparso. Che cosa aspettiamo per svoltare, per cambiare radicalmente la gestione del nostro patrimonio verde urbano ed extra urbano? Eppure i segnali di allarme ci sono tutti, gli alberi ce li comunicano e qualcuno li coglie, ma l'approccio gestionale sembra essere sordo e cieco a questi segnali, talvolta fragorosi come il ramo di olmo collassato in via Sassari».
E conclude con un appello a sindaco e assessore competente: «Chiediamo e suggeriamo al Sindaco Raimondo Cacciotto e al nuovo Assessore all'ambiente Raniero Selva di ripartire dalla normativa, ed in particolare il D.M. del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 10 Marzo 2020 “Criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde”, conosciuto come CAM (criteri ambientali minimi) che disciplina, rendendole obbligatorie per i comuni italiani con più di 15.000 abitanti, le buone pratiche e i criteri minimi per la corretta gestione del verde. Tra questi adempimenti non facoltativi ricordiamo: il censimento e catasto degli alberi, delle aree verdi e degli altri elementi del verde; il bilancio del verde che ogni amministrazione comunale dovrebbe redigere a fine mandato, e numerose indicazioni che vanno dall'utilizzo di fitofarmaci eco compatibili alla razionalizzazione degli sfalci che contemplino i cicli di fioritura delle piante erbacee, al coinvolgimento delle comunità locali e delle varie categorie di fruitori. La comunità scientifica è e sarà sempre a disposizione per supportare l'amministrazione comunale per la pianificazione e l'indirizzo gestionale del patrimonio verde pubblico, con l'auspicio che questo percorso di collaborazione possa condurre, nell'orizzonte temporale della consiliatura, alla predisposizione e approvazione del Piano del Verde, che non può continuare a mancare nel quadro pianificatorio di una città moderna che voglia essere europea, sostenibile e inclusiva non solo a parole, ma nei fatti».
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