S.A.
1 luglio 2024
Taglio ai bonus casa, allarme imprese edili sarde
A certificare l’importanza dei vari bonus casa sono i 165milioni di euro che, nel 2023, i contribuenti sardi hanno detratto dall’IRPEF da un totale investimenti che ha raggiunto i 200milioni di euro per interventi a tutela del patrimonio edilizio privato, effettuati per la quasi totalità dalle imprese sarde dell’edilizia, dell’impiantistica, del verde e della produzione di mobili e complementi d’arred
CAGLIARI - C’è allarme tra le imprese del sistema casa della Sardegna per il taglio delle detrazioni fiscali sugli immobili che, negli ultimi 20 anni, incentivando la riqualificazione energetica e la ristrutturazione degli immobili, l’acquisto di mobili e la cura del verde, quindi consentendo detrazione per le spese effettuate, hanno prodotto lavoro per le aziende e risparmio per le famiglie.«La nostra preoccupazione è data dal fatto che i tagli proposti dal Governo sui bonus edilizi saranno profondi e, di conseguenza, il numero dei lavori che verranno effettuati saranno destinati a calare drasticamente sin dall’inizio dell’anno prossimo – afferma Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna - dal 1° gennaio, infatti, la detrazione sulle ristrutturazioni passerà dal 50 al 36%, con il tetto di spesa che dagli attuali 96mila euro arriverà a 48mila. Una sforbiciata netta ci sarà anche per gli interventi di riqualificazione energetica la cui percentuale dal 65% scenderà al 36%. Fine senza appello, invece, per quelli legati al verde e all’arredamento”. “Insomma – aggiunge il Presidente - tra imprese dell’edilizia, dell’impiantistica, del giardinaggio e della produzione di mobili, a rischio migliaia di imprese e decine di migliaia di addetti e non possiamo permettercelo».
A certificare l’importanza dei vari bonus casa sono i 165milioni di euro che, nel 2023, i contribuenti sardi hanno detratto dall’IRPEF da un totale investimenti che ha raggiunto i 200milioni di euro per interventi a tutela del patrimonio edilizio privato, effettuati per la quasi totalità dalle imprese sarde dell’edilizia, dell’impiantistica, del verde e della produzione di mobili e complementi d’arredo.
I numeri arrivano dall’analisi del comparto dal titolo “Costruzioni e detrazioni sistema casa Sardegna” dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, che ha analizzato i dati UnionCamere-InfoCamere, ISTAT e MEF dal 2019 al 2023. «L’annuncio del Governo sulla riduzione di percentuali e tetto di spesa sta causando notevoli disagi a un comparto che era in salute nonostante stesse subendo il contraccolpo della fine del superbonus 110% - prosegue Meloni – infatti se da una parte siamo subissati da richieste dei cittadini che vogliono chiudere i lavori entro il 31 dicembre dall’altra manca il personale adeguato e i materiali diminuiscono nella loro disponibilità e aumentano come prezzi. Insomma, siamo in una nuova tempesta perfetta con l’orologio degli incentivi che ha iniziato il suo inarrestabile conto alla rovescia».
Entrando nello specifico del dossier di Confartigianato Sardegna, tra le agevolazioni fiscali concesse alle persone fisiche hanno una grande rilevanza – dopo quelle relative alle spese sanitarie - le detrazioni relative alla “filiera della casa”. Nelle dichiarazioni fiscali 2023 per anno d’imposta 2022 l’ammontare delle detrazioni che interessano il “sistema casa” è pari a 165 milioni di euro, l’8% dell’ammontare complessivo. Le detrazioni più richieste sono quelle connesse agli interventi di recupero del patrimonio edilizio che ammontano a 133 milioni di euro, pari al 80,3% dell’ammontare delle detrazioni che interessano la filiera della casa ed al 7% dell’ammontare del totale delle detrazioni. Le detrazioni connesse a interventi per l’efficientamento energetico ammontano invece a 33 milioni di euro, pari al 19,7% delle detrazioni che interessano la filiera della casa ed al 2% dell’ammontare del totale delle detrazioni. Per entrambe le detrazioni inerenti al sistema casa si osserva sia nel lungo periodo, ultimi 5 anni (2019-2023), che nel breve, ultimo anno (2022-2023), un incremento degli importi portati a detrazione. Per le spese di recupero del patrimonio edilizio si registra un incremento dell’ammontare delle detrazioni del 38% nel 2023 rispetto al 2019 e del 6,4% rispetto al 2022; mentre per le spese finalizzate ad interventi per il risparmio energetico l’ammontare delle detrazioni registra un aumento del 58,1% nel 2023 rispetto al 2019 e del 29,7% rispetto al 2022.
«Per tutte queste ragioni e perché sarebbe un errore raffreddare consapevolmente il mercato dell’edilizia, congelando nei fatti gli incentivi fiscali – rimarca Meloni – ci appelliamo ai Parlamentari sardi affinché si facciano portavoce nelle varie Commissioni delle istanze delle imprese del settore preoccupate da un triplo rischio e per trovare soluzioni alternative come la slittamento di un anno o gli incentivi europei: veder sgretolata la propria solidità, non poter garantire il lavoro ai propri dipendenti, con conseguenze sulle famiglie, e non poter contribuire alla crescita economica della propria terra. Evitiamo un corto circuito che potrebbe essere devastante». Il comparto delle Costruzioni sull’Isola conta 22.946 imprese di cui 18mila pari all’81% operano nell’edilizia e le restanti 4mila, pari al 19%, nell’installazione d’impianti. L’artigianato che conta 13.164 imprese, rappresenta il 57,4% delle imprese delle Costruzioni, di cui 10mila appartengono al settore dell’edilizia e 3mila operano nell’installazione d’impianti. Negli ultimi 5 anni il numero di imprese del settore, causa ‘effetto superbonus’, sono aumentate di 618 unità (+2,8%) e l’artigianato ha contribuito al 54% di questo incremento registrando 336 imprese delle costruzioni in più (+2,6%). Mentre nell’ultimo anno per il totale imprese si osserva una situazione di stallo e per l’artigianato, che seppur a riti meno accentuati, continua la fase di crescita (+1,3%). Nonostante la tenuta del numero di imprese è evidente dai dati sull’occupazione l’effetto ridimensionamento del superbonus 110%. Difatti dai dati Istat della Rilevazione sulle forze di lavoro (RFL) si osserva come rispetto al picco di occupati nelle Costruzioni, raggiunto nel post-Covid nel 2022 quando il numero di occupati del settore si attestava a 45 mila, nel 2023 se ne contano 6 mila di meno (39 mila). Nel primo trimestre dell’anno in corso però si assiste ad una nuova versione di tendenza con il numero occupati nelle Costruzioni che raggiunge le 54mila unità, valore il 29% più alto dei 42mila occupati al I trimestre 2023.
|