Enrico Muttoni
15 maggio 2024
L'opinione di Enrico Muttoni
Un mostro da rivedere dalle fondamenta
La campagna elettorale, entrata nel vivo, ha riportato agli onori della cronaca la questione del comparto acque reflue del nostro Comune. Nel 2002 ebbi l’occasione per intervenire ad un covegno organizzato al Quartè Sayal nel quale si annunciava l’intenzione di utilizzare le acque reflue per usi irrigui. Segnalai il fatto che una decisione del genere poteva essere adottata solo nel caso di siccità estreme, su indicazione delle autorità. Questo perché il depuratore è una macchina progettata per rimuovere dai liquami i solidi grossolani, i grassi, le sostanze azotate e fosforate, per poi reimmettere le acque reflue in un corpo recipiente in grado di accoglierle senza fastidio. Da segnalare il fatto che il trattamento non è in grado, per il suo principio di funzionamento, di rimuovere dall’acqua tutte le sostanze indesiderate.
Ne citerò solo una: il sale da cucina (compreso quello per gli elettrodomestici). Ripeto: tutto il sale consumato ad Alghero viene invariabilmente scaricato nel rio Filibertu dopo aver attraversato senza possibilità di essere trattenuto, l’impianto di trattamento. Questa condizione avrebbe dovuto consigliare coloro che desiderano utilizzare il refluo per l’irrigazione a collaudare il prodotto su una superficie limitata, per una durata sufficientemente lunga. Sapendo, sin dall’inizio, che quel sale si sarebbe seccato sulla superficie del terreno. Ecco perché non credo ad un campo da golf innaffiato con i reflui (o alle fontane alimentate con gli stessi). Se non erro la legge dispone attualmente che il flusso dell’acqua di riciclo venga miscelato con acqua grezza in parti uguali, prima dell’utilizzo. Data la continuità dell’irrigazione, è un provvedimento inutile.
Il destino dei reflui, quindi, è il loro versamento nel rio Filibertu. Date le portate , che si possono stimare in 20000 mc/giorno , si può dedurre che non è il corso d’acqua, spesso inesistente, a diluire i reflui, ma sono questi ultimi a costituire la massa che va a riempire il Calich. Il volume del bacino è di 1 milione di mc; questo significa che in cinquanta giorni l’acqua si ricambia. Ci sono altri apporti, ma trascurabili in prima approssimazione. Infine, la marea gialla. Un fenomeno che, rispetto alla sua comparsa, si è ridotto di molto, anche se il colore del mare… Verosimilmente, i primi apporti di reflui nel Calich hanno mobilizzato quel che potevano dal fondale, per poi stabilizzarsi. In conclusione, sia l’impianto di trattamento, (un mostro tecnologico con la testa In Via degli Orti e la coda qualche chilometro più in là, in zona S. Marco), che il punto di scarico dello stesso, vanno rivisti dalle fondamenta.
*chimico
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