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7 maggio 2024
Cala il sipario di “Primavera a Teatro”
Si è conclusa con successo nella sala di via Venezia la tredicesima edizione della rassegna organizzata dalla compagnia Estemporada con il patrocinio e il sostegno del Mic, della Regione Sardegna e della Fondazione di Sardegna.
SASSARI - Passi a due e rapporti di coppia, ritmi percussivi e conflitti hanno segnato l’ultimo appuntamento della XIII rassegna di danza “Primavera a Teatro” organizzata dalla compagnia Danza Estemporada. La kermesse ha celebrato la serata finale con tre coreografie contrassegnate dal dinamismo fisico e sonoro, dalla rappresentazione coreutica dell’interiorità e da una riflessione sincopata sul tempo. Un trio di performance applaudite a lungo dal pubblico, accorso numeroso nella sala di via Venezia, divenuta ormai un luogo di ritrovo per i cultori della danza moderna e contemporanea.
Ad aprire la serata è stato lo spettacolo “Con-fusione”, prodotto da Arb Dance Company e creato da Irma Cardano, in cui i danzatori Monica Cristiano e Luigi D’Aiello hanno rappresentano l’iter di una relazione sentimentale, passando dall’acme amoroso a un progressivo disfacimento del rapporto, esemplificato in modo plastico dal maltrattamento riservato a un abito da sposa. «Volevamo sottolineare – ha affermato Cristiano - tutte le complicanze di una storia d’amore». I riflessi sull’attualità sono evidenti e vengono letti con chiarezza dagli spettatori. «Il mio ruolo - ha confermato D’Aiello - è quello di un innamorato morboso che, pur di possedere la propria donna, distrugge il rapporto». La fusione porta quindi alla con-fusione del titolo, la passione al suo controcanto negativo, sottolineato dal passo a due iniziale, dalle note solari, a quello conclusivo di tenore cupo e minaccioso.
Un altro conflitto agita il secondo “short piece”, stavolta ispirato alla tradizione giapponese con “Zatò e Ychì” dell’Asmed Balletto di Sardegna per la coreografia di Senio GB Dattena. I due performer Flavia Dune e Lucas Monteiro Delfino sono esecutori di una partitura fisica e sonora mentre si scindono e contrappongono come nel mito di riferimento del samurai che divise la sua anima in maschile e femminile. «Insceniamo tre combattimenti – ha spiegato il brasiliano Delfino - armati da corazze di cui ci spogliamo man mano fino ad affrontarci in un ultimo corpo a corpo». Tutto questo mentre risuonano i costumi, composti da percussioni e piccoli campanelli, con l’effetto di una grancassa emotiva che lascia via via lo spazio al respiro e all’affanno come segnale di vita. «Nel pezzo – ha specificato Dune, artista di nazionalità albanese - ho messo tutta la grinta che deriva anche dal contesto culturale da cui provengo, dove viviamo la necessità di difenderci e anche di contrattaccare».
È “Conto alla rovescia” a chiudere la rassegna, primo studio di un lavoro di prossima realizzazione a cura di Livia Lepri e di Danza Estemporada. Tre danzatrici compongono segni e movimenti nello spazio a tradurre un discorso scandito dai passaggi dell’esistenza e dal battito cardiaco. «Si tratta di una visione della nostra vita – ha raccontato la coreografa Lepri - come avvolta in un rewind, in cui si narra del tempo che è trascorso dalla nascita fino a oggi e dove si cerca di capire il senso delle scelte fatte. E mi sembrava una bella opportunità presentare questo inizio di lavoro al termine della rassegna». Livia Lepri, che è anche direttrice artistica della manifestazione, traccia poi un bilancio di “Primavera a Teatro XIII”: «Siamo molto contenti perché abbiamo avuto una grande affluenza di pubblico e perché siamo riusciti a dare una visione ampia di ciò che è la danza italiana in questo momento. La formula delle “short performance” ha permesso di dare visibilità alle compagnie e di far comunicare loro la propria poetica». Un altro punto di forza della kermesse è stato l’Aperitivo con l’artista: «Perché ha veramente avvicinato il pubblico agli autori, un mio grande desiderio che finalmente ha trovato concretezza».
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