Carlo Mannoni
20 marzo 2024
L'opinione di Carlo Mannoni
Il campo arato di Calabona
Che succede in quel di Calabona, il litorale algherese sul versante verso Bosa, in un piccolo tratto di scogliera tra l’omonimo hotel e la platgeta del Quntillo? Improvvisamente, da un giorno all’altro, in un’ampia porzione di terreno sul mare compreso addirittura tra gli scogli sopraelevati su una piccola insenatura, è apparsa una imponente aratura, ma non per opera di un mezzo agricolo, bensì di una o più benne escavatrici che hanno raso a zero tutto ciò che madre natura ci aveva elargito da sempre spontaneamente e senza nulla chiederci, se non di lasciar stare le cose come le abbiamo sempre conosciute. Sparita la vegetazione spontanea c’è ora, provvisoriamente, una imponente aratura. Mi sono chiesto, se verrà trasformata in un orto, quali specie coltivabili vi verranno seminate o impiantate; forse le bietole di mare o il finocchietto selvatico alla salsedine? O forse, in via sperimentale si trasformerà in un campo di grano sul mare, originalissima destinazione anche se saremmo in ritardo con la semina. Poi leggi nel cartello delle autorizzazioni esposto nei pressi, che si tratta di “opere di ingegneria naturalistica” autorizzate dal Comune di Alghero a una società privata con un permesso dell’11 aprile 2023 e ti sorprendi di questa anima buona che ha deciso di spendere 25.000 euro per la comunità algherese sistemando un tratto di terreno tra gli scogli di Calabona. E poiché quando si decide di mettere mano (o manomettere, poco cambia) a un’area pubblica ci sono sempre le cosiddette “essenze mediterranee” a fare il paravento a tutto, ho pensato che forse l’intervento in corso è il primo atto realizzativo di quello più complesso di 3360 metri quadri di piattaforme in legno a terra e pontile galleggiante di 46 metri sul mare per l’esercizio di una attività turistica. Un intervento bocciato sonoramente e irrevocabilmente dalla Soprintendenza al paesaggio di Sassari e dal Comune di Alghero (ufficio tutela del paesaggio) nel novembre 2021 con “pareri negativi non superabili” per motivi paesaggistici e per l’assenza del Piano comunale dei litorali, e poi miracolosamente avallato dalla Regione subentrata al Comune nell’esercizio delle concessioni demaniali marine a fini turistici, con la concessione nel 2023 delle aree sul mare per la realizzazione dello stesso intervento già bocciato dagli uffici del Comune e dalla Soprintendenza.
La politica locale, in maggioranza per ora muta, vorrà parlarne se non altro perché tra circa tre mesi si voterà per il rinnovo del consiglio comunale? O anche questo è un argomento tabù che è meglio non trattare perché non solo non porta voti ma rischia addirittura di toglierne? La notizia della concessione disposta dalla Regione, al di fuori di qualsiasi programmazione comunale del territorio, è di nove mesi fa e, per il solito calcolo utilitaristico (converrà parlarne?), è passata sotto traccia.
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